Il fenomeno della tratta di persone e dello sfruttamento sessuale nel cuore storico di Genova, un’ombra persistente che si protrae da due decenni, emerge con chiarezza dal rapporto Hth Liguria.
Questo documento, frutto di un’analisi approfondita condotta da Anci Liguria con il contributo specialistico del Centro Studi Medì, dipinge un quadro complesso che va oltre la semplice constatazione di una problematica radicata.
L’indagine, presentata a Palazzo Tursi, evidenzia come la tratta, pur mantenendo una dimensione residuale e concentrandosi in aree specifiche del tessuto urbano genovese, si manifesti con caratteristiche peculiari.
L’origine geografica delle vittime resta prevalentemente legata a Colombia e Repubblica Dominicana, ma l’analisi rivela una stratificazione più intricata: eterogeneità nella provenienza, modalità operative variabili e un grado di libertà di movimento apparente che, in realtà, cela forme di controllo e dipendenza economiche.
Contrariamente a stereotipi e narrazioni semplificate, il fenomeno attuale si discosta spesso dalle immagini tradizionali di “tratta” organizzata, assumendo sfumature più sottili e difficili da individuare.
La Sindaca di Genova, Silvia Salis, ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale a rafforzare la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti – istituzioni, forze dell’ordine, organizzazioni non profit – per garantire protezione, supporto e percorsi di uscita dalla condizione di sfruttamento a chi ne è vittima.
L’obiettivo è fornire non solo assistenza immediata, ma anche strumenti per una vita autonoma e dignitosa, riconoscendo la complessità del percorso di reintegrazione.
La Regione Liguria, in qualità di capofila del progetto Hth, assume un ruolo centrale di regia e coordinamento, mettendo in campo strategie di governance che coinvolgono enti locali, prefetture, magistratura e il terzo settore.
Questo approccio sistemico mira a creare una rete di protezione integrata, capace di intervenire a diversi livelli e di prevenire nuove forme di sfruttamento.
L’Assessora Comunale al Welfare e ai Servizi Sociali, Cristina Lodi, ha illustrato l’attività dell’équipe multiprofessionale incaricata di garantire percorsi di protezione e inclusione sociale.
I dati relativi alla precedente progettualità, conclusa a luglio, rivelano l’impatto concreto dell’intervento: un numero significativo di persone seguite (oltre 200, con una prevalenza di donne), e una crescita nella vulnerabilità di minori stranieri coinvolti.
Questo dato, in particolare, segnala una necessità di intensificare le strategie di prevenzione e di sensibilizzazione rivolte alle comunità più fragili.
Il rapporto Hth Liguria non è solo una fotografia dello stato attuale del fenomeno, ma anche uno strumento per orientare le future azioni di contrasto, enfatizzando l’importanza di un approccio multidisciplinare e di una costante attenzione alle evoluzioni delle dinamiche di sfruttamento.
La sfida è quella di costruire una risposta efficace, capace di tutelare i diritti delle vittime e di promuovere una cultura del rispetto e della legalità nel tessuto sociale genovese.
La collaborazione e la condivisione di informazioni tra tutti gli attori coinvolti si rivelano elementi imprescindibili per raggiungere questo obiettivo.