L’Università di Genova si trova a un crocevia cruciale, ambendo a un posizionamento strategico nel panorama dell’istruzione superiore italiana.
Il distacco dalla soglia dei 40.
000 iscritti, che definirebbe un “mega-ateneo”, si attesta attualmente a 8.
369 unità, un dato che riflette le dinamiche complesse che plasmano l’attrattività delle istituzioni accademiche nel Bel Paese.
Un confronto con i vertici, come Padova, Bologna, Pisa, Roma (Sapienza e Tor Vergata), Milano (Statale e Bicocca), Firenze, Torino, Palermo, Bari e Napoli (Federico II), rivela un divario significativo in termini di dimensioni e, potenzialmente, di risorse e visibilità.
La recente presentazione della classifica Censis sulla qualità della didattica, in concomitanza con l’incontro tra la sindaca Silvia Salis e la ministra Anna Maria Bernini, ha illuminato un’occasione unica per un’azione di rilancio.
L’ambizioso progetto di riqualificazione dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Genova Quarto, destinata a trasformarsi in un moderno campus universitario, si configura come una leva strategica per attrarre studenti e potenziare l’offerta formativa.
Questo investimento, se ben gestito, potrebbe agire come catalizzatore per un cambiamento radicale nel posizionamento dell’ateneo genovese.
I numeri attuali, riferiti all’anno accademico 2023/2024, delineano un quadro in evoluzione: 31.
631 iscritti, con una prevalenza di studentesse (17.
808) rispetto agli studenti (13.
823), e una componente internazionale significativa, rappresentata da 3.
445 studenti stranieri.
Il flusso di nuovi immatricolati (5.
874) e il numero di laureati (5.
609) indicano una vitalità intrinseca, sebbene insufficiente per raggiungere la soglia dei “mega-atenei”.
L’Università di Genova, pur non figurando ancora tra i più grandi, si colloca, con merito, nella categoria degli atenei “grandi”, con una popolazione studentesca compresa tra 20.
000 e 40.
000 unità, condividendo questo status con sedici altre realtà universitarie sparse su tutto il territorio nazionale: Pavia, Perugia, Parma, l’Università della Calabria, Cagliari, Salerno, Milano Bicocca, Roma Tor Vergata, Modena-Reggio Emilia, Verona, Roma Tre, Ferrara, Catania, Chieti-Pescara, Messina e l’Università della Campania.
Tuttavia, il percorso verso la trasformazione in un “mega-ateneo” non si limita all’incremento quantitativo.
Richiede un investimento strategico in termini di offerta didattica, ricerca, infrastrutture e servizi agli studenti, nonché un’attenta analisi dei fattori che influenzano l’attrattività delle università, come la reputazione, la posizione geografica, i costi della vita e le prospettive di impiego post-laurea.
La sfida per Genova risiede quindi nella capacità di tradurre le ambizioni in risultati concreti, sfruttando al meglio le opportunità offerte dal nuovo campus e consolidando il suo ruolo di polo di eccellenza nella formazione e nella ricerca a livello nazionale e internazionale.