cityfood
cityeventi
domenica 9 Novembre 2025

Videogioco e Serie A: vittoria in tribunale per la libertà creativa.

Un videogiocatore trionfa in una battaglia legale che ridefinisce i confini tra proprietà intellettuale, diritto d’autore e libertà di espressione nell’era digitale.
La vicenda, culminata con una sentenza favorevole in appello da parte del Tribunale di Genova, pone un punto fermo sulla legittimità di condividere online, attraverso piattaforme di video sharing, riproduzioni fedeli di partite di Serie A generate tramite videogiochi.

Il caso, sostenuto dallo studio legale Lexia, solleva interrogativi cruciali sull’interpretazione della Legge Melandri e i suoi effetti sulla libertà creativa e la fruizione culturale.

La disputa nasce dalla pretesa della Lega Nazionale Professionisti Serie A di tutelare i propri diritti audiovisivi, ritenendo che la condivisione di azioni di gioco virtuali costituisse una violazione di tali diritti.

L’argomentazione della Lega si basava sull’idea che la riproduzione, anche se digitale e simulata, di momenti di gioco rientrasse nel perimetro della proprietà intellettuale da essa detenuta.

Tuttavia, il Tribunale di Genova, con la sentenza di appello cautelare, ha respinto questa tesi, evidenziando una profonda differenza concettuale.
I giudici hanno sottolineato che l’estensione dei diritti audiovisivi della Lega, derivanti dalla Legge Melandri, non può essere interpretata in modo da inglobare le azioni di gioco virtuali.

Un’interpretazione così ampia implicherebbe un’inversione del principio cardine della libertà di espressione, garantita dall’articolo 21 della Costituzione italiana e dall’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

La sentenza riconosce che, pur ispirate alle partite reali, le azioni di gioco riprodotte tramite videogame presentano elementi distintivi e modificativi, come la diversa composizione delle squadre, le posizioni dei giocatori e la dinamica complessiva del gioco.
Questi elementi trasformano l’esperienza di gioco da semplice riproduzione a opera creativa autonoma.
La decisione del Tribunale introduce un importante precedente legale.
Riconosce implicitamente che la creazione di contenuti derivati da opere esistenti, quando trasformati attraverso l’ingegno creativo e l’innovazione tecnologica, può godere di protezione come espressione artistica indipendente.

La sentenza suggerisce che un tentativo di limitare la condivisione di tali contenuti richiederebbe una specifica modifica legislativa, bilanciando attentamente i diritti di proprietà intellettuale con la tutela delle libertà costituzionali e il progresso culturale nell’era digitale.

L’esito del caso non solo protegge la libertà espressiva del videogiocatore, ma apre un dibattito più ampio sulle implicazioni legali e creative della riproduzione virtuale di eventi reali.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap