“Il veleno della quotidianità si insinua anche nei luoghi del potere, e assume forme inaccettabili.
Non parlo di sfide amministrative, di bilanci da gestire, di infrastrutture da realizzare, ma di un’onda di violenza verbale, di degradazione personale, che mi investe quotidianamente sui canali social.
Dietro profili anonimi, o paradossalmente, dietro facce apparentemente rassicuranti, padri di famiglia, uomini che ostentano legami affettivi, si cela un’aggressività gratuita, un’esibizione di volgarità che mirano a sminuire, a intimidire, a silenziare.
Non si tratta di critiche costruttive, non si tratta di dissenso legittimo: si tratta di insulti sessuali espliciti, di minacce spudorate, di allusioni a comportamenti degradanti, indirizzati unicamente in quanto donna e in quanto rappresentante istituzionale.
Questa realtà, per quanto dolorosa, non può essere ignorata o liquidata come semplice ‘caso’ isolato.
È il sintomo di una profonda crisi culturale, di una pervasiva diseducazione emotiva che affligge la nostra società.
La banalizzazione della violenza, la mercificazione del corpo femminile, l’assenza di modelli positivi di relazione affettiva, sono tutti fattori che concorrono a creare un terreno fertile per l’odio e la sopraffazione.
La recente discussione in consiglio comunale, nata a seguito del documento presentato da Avs a difesa dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, ha portato alla luce una frattura profonda.
L’emendamento proposto, che di fatto limiterebbe la possibilità di affrontare questi temi delicati nelle scuole primarie e secondarie, riflette una visione miope e pericolosa.
Un anno fa, quando l’amministrazione comunale era a guida centrodestra, era stata approvata una mozione a sostegno dell’educazione sessuo-affettiva, riconoscendone la necessità.
Un passo avanti che oggi rischia di essere cancellato.
L’educazione sessuale e affettiva non è un optional, non è un tema tabù da evitare.
È un diritto fondamentale, un investimento sul futuro, uno strumento essenziale per contrastare la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto e della parità.
Non si tratta di impartire nozioni meramente biologiche, ma di fornire ai giovani gli strumenti per comprendere il proprio corpo, le proprie emozioni, i propri desideri, e per costruire relazioni sane e consapevoli.
Un’educazione che deve essere affidata a personale formato, esperto, in grado di affrontare argomenti complessi con sensibilità e professionalità, e che non può essere lasciata all’improvvisazione o alla retorica superficiale.
Le argomentazioni del centrodestra, che contestano la correlazione tra mancanza di educazione sessuale e femminicidi, appaiono riduttive e prive di fondamento scientifico.
È innegabile che esistano molteplici fattori che contribuiscono alla violenza di genere, ma negare il ruolo dell’educazione è un errore gravissimo.
Non possiamo permettere che questo tema sia strumentalizzato politicamente o utilizzato come pretesto per attaccare l’amministrazione in carica.
La centralità della figura umana, come sottolineato giustamente, è imprescindibile, ma questa centralità si conquista attraverso la consapevolezza, il rispetto, l’empatia, e la capacità di relazionarsi in modo sano e costruttivo.
E tutto questo passa attraverso un’educazione completa e responsabile.
“







