Il Teatro Sociale di Camogli, per Giuseppe Acquaviva, non è semplicemente un luogo di lavoro, ma una nuova dimora artistica.
La sua dichiarazione, sussurrata con sincera emozione al termine del concerto diretto, rivela un legame profondo, un passaggio di testimone tra due istituzioni che hanno plasmato il suo percorso.
L’Orchestra del Carlo Felice, ospite serale, suggella questo momento di transizione, creando un’atmosfera palpabile di amicizia e rispetto reciproco.
Acquaviva, sovrintendente e direttore artistico del Sociale, ha impresso una visione innovativa che ha elevato il teatro a un ruolo di primo piano nel panorama culturale nazionale.
Il Festival Govi, con la sua inarrestabile capacità di riempire la sala camoglina e di conquistare il pubblico in tournee, ne è una testimonianza eloquente.
E sebbene il legame con il Carlo Felice, dove ha svolto un ruolo significativo sotto la direzione di Maurizio Roi, rimanga vivo, il concerto rappresenta un nuovo capitolo.
La scelta del programma è stata ponderata, offrendo al pubblico un viaggio emozionante attraverso la musica romantica e classica.
Al centro della serata, la Settima Sinfonia di Beethoven, un’opera monumentale che incarna l’apoteosi della danza e il culmine dell’ingegno compositivo.
L’Allegretto, in particolare, si erge come un movimento di struggente bellezza, capace di evocare immagini di corte funebre con la sua orchestra magistrale e il suo crescendo graduale.
Acquaviva ha saputo restituire la sua essenza, modulando con maestria le dinamiche e ottenendo una coesione sonora ammirevole.
L’esecuzione della Settima Sinfonia non si è limitata a una riproposizione fedele della partitura, ma ha offerto una nuova interpretazione, un’esplorazione delle sfumature emotive che rendono l’opera così universale.
L’equilibrio tra potenza e delicatezza, tra ritmo incalzante e introspezione profonda, è stato gestito con intelligenza e sensibilità.
L’apertura del concerto è stata affidata al Concerto per violino e orchestra di Bruch, un’opera che fonde melodie eleganti con virtuosismi arditi.
Il solista Bagdat Abilkhanov ha dimostrato un notevole gusto musicale, pur con alcune incertezze nell’esecuzione tecnica.
La sua interpretazione, tuttavia, si è integrata perfettamente con la direzione di Acquaviva, contribuendo a creare un’esperienza musicale completa e coinvolgente.
In definitiva, il concerto è stato un trionfo di collaborazione e di passione per la musica.
La direzione autorevole e intelligente di Acquaviva ha saputo esaltare le potenzialità dell’orchestra, creando un momento di bellezza e di condivisione che ha lasciato un segno indelebile nel cuore del pubblico camoglino.
È stata una serata che celebra la continuità, l’innovazione e l’inestimabile valore della musica come linguaggio universale.







