Il debutto genovese di Rafał Blechacz, pianista polacco consacrato nel 2005 dall’ambito trionfo al Concorso Chopin – un successo amplificato da una miriade di riconoscimenti speciali – ha rappresentato un evento di notevole importanza per il Carlo Felice e per il pubblico ligure.
Lungi dall’essere una mera esibizione, la serata ha delineato un percorso musicale coerente, un’esplorazione approfondita del panorama compositivo che attraversa la prima metà del XIX secolo, un’epoca di transizione e fervore artistico.
Blechacz, ormai trentottenne, si è presentato con una maturità interpretativa che non smorza la passione, ma la affina, incanalandola in una performance di rigoroso controllo e impeccabile tecnica.
La sua esecuzione non si è limitata alla mera riproduzione delle partiture, ma ha rivelato una comprensione profonda dell’animo dei compositori e una capacità di trasmettere al pubblico le loro emozioni più intime.
Il programma si è aperto con la Sonata n. 2, op.
27, di Beethoven, un’opera emblematica della ricerca compositiva del maestro di Bonn, caratterizzata da una rottura con le convenzioni formali e da un’esplorazione audace della libertà espressiva.
L’interpretazione di Blechacz ha messo in luce la dialettica interna alla sonata, dall’introspezione dell’Adagio, un nucleo di profonda malinconia, alla vitalità irrefrenabile del Presto agitato.
L’esecutore ha saputo delineare con chiarezza i contrasti dinamici e i sottili giochi di fraseggio, offrendo una lettura lucida e coinvolgente.
Segue un incursore nel mondo schubertiano con i Quattro Impromtu op.
90, scritti nel 1827, un anno cruciale nella vita e nell’opera del compositore.
Questi brevi capolavori, intrisi di lirismo e malinconia, hanno beneficiato dell’approccio preciso e controllato di Blechacz.
In particolare, il terzo impromtu, con la sua bellezza struggente, si è rivelato un momento di intensa espressività, dove ogni nota è stata resa con una nitidezza espositiva che ne ha esaltato la purezza intrinseca.
La seconda parte del concerto è stata interamente dedicata a Chopin, il compositore polacco che ha elevato la musica per pianoforte a vette inesplorate.
Blechacz ha affrontato con maestria la Barcarola, un’ode alla serenità veneziana, la Ballata n. 3, un’opera passionale e drammatica, tre Mazurche, che evocano l’atmosfera della Polonia, e lo Scherzo n. 3, un capolavoro di brillantezza e virtuosismo.
L’esecuzione è stata caratterizzata da una sensibilità profonda e da un’eleganza innata, ma anche da una rigorosa coerenza stilistica che ha evitato qualsiasi eccesso di teatralità.
Blechacz ha restituito l’universo chopiniano nella sua essenza, con una capacità interpretativa che ha saputo coniugare precisione tecnica e profondità emotiva, offrendo al pubblico genovese un’esperienza musicale indimenticabile.








