La stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice ha aperto i battenti con una serata di profondo respiro musicale, affidata all’abile direzione di Lü Jia e all’eccezionale talento del giovane violoncellista Ettore Pagano.
Il cartellone, un omaggio alla musica francese tra la seconda metà dell’Ottocento e l’alba del Novecento, ha offerto un affresco variegato di stili e personalità, rivelando le molteplici sfaccettature di un panorama compositivo fecondo e innovativo.
Lü Jia, direttore d’orchestra dalla profonda sensibilità interpretativa, ha inaugurato il concerto con la *Petite Suite* di Claude Debussy, un gioiello cameristico originariamente concepito per pianoforte a quattro mani.
L’esecuzione, basata sulla trascrizione orchestrale di Henri Büsser, risalente al 1907, ha permesso di apprezzare la ricchezza timbrica e la complessità armonica del compositore impressionista.
La direzione di Jia ha saputo bilanciare con maestria le diverse sezioni orchestrali, restituendo un’immagine sonora elegante e raffinata, che ha esaltato la delicatezza e l’atmosfera onirica dell’opera.
Il cuore della serata è stato dedicato al virtuosismo e all’eleganza del *Concerto per violoncello e orchestra* di Camille Saint-Saëns.
Ettore Pagano, a soli ventidue anni, si è presentato al pubblico come un interprete di notevole personalità, dotato di una solida tecnica e di una profonda espressività.
La sua performance, intensa e coinvolgente, ha saputo cogliere la natura contrastante dell’opera, alternando passaggi tecnicamente impegnativi a melodie di struggente bellezza.
La direzione di Jia, precisa e reattiva, ha saputo creare un dialogo fecondo con il solista, supportandolo con rigore e gusto, e stimolando l’orchestra a raggiungere un livello di esecuzione elevato.
L’apprezzamento del pubblico si è tradotto in un’ovazione calorosa, che ha spinto Pagano a offrire due bis di eccezionale difficoltà: *Black Run* di Svante Henryson e *Julie* di Mark Summer, brani che esplorano le infinite possibilità espressive del violoncello, sfruttando al massimo le sue potenzialità timbriche e tecniche, dal suono dell’arco alle percussioni sulla cassa armonica.
La serata si è conclusa con la *Sinfonia in re minore* di César Franck, un capolavoro tardo-romantico che, pur richiamando l’eredità di Brahms per la sua concezione formale e architettonica, si distingue per la sua originalità e la sua forza emotiva.
Lü Jia ha diretto l’opera con grande pathos, curando con attenzione le dinamiche e gli interventi solistici, con una menzione speciale per l’interpretazione del corno inglese nel secondo movimento.
Il concerto si è concluso con un momento di commozione e allegria, con un simpatico siparietto tra il direttore artistico Federico Pupo e Lü Jia, dedicato a Paolo Zaccarini, contrabbassista che saluta l’orchestra al termine di una lunga e prestigiosa carriera, inaugurando una nuova fase della sua vita.
Un gesto di riconoscenza e affetto, che ha sigillato una serata di grande musica e di profonda emozione.







