Il Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo inaugura la sua edizione con un evento che trascende i confini tradizionali, immergendosi nelle profondità dell’animo umano attraverso le lenti della psicoanalisi e dell’arte performativa. Giovedì prossimo, la suggestiva Piazza dei Corallini accoglierà un’esperienza multiforme, “La forza del desiderio”, che vede protagonista il rinomato psicoanalista Massimo Recalcati in veste di autore e interprete, affiancato dall’attrice Elena Andreoli e dal quartetto d’archi composto da Alberto Traverso, Carlos Eduardo Zarattini e Tony Berchmans.L’occasione nasce da un percorso creativo lungo, alimentato da una passione giovanile per il teatro, un’urgenza espressiva rimasta latente per anni, fino a riaffiorare prepotentemente durante il periodo di isolamento sociale. “La forza del desiderio” affonda le radici nel romanzo “Amen”, una riflessione intensa sul confine labile tra vita e morte, un’esplorazione del desiderio come motore inesauribile di resilienza e speranza.L’evento non si configura come una semplice lettura scenica, bensì come un dialogo aperto tra parola, musica e interpretazione. Recalcati introdurrà tre monologhi, magistralmente declamati da Elena Andreoli, attingendo al tessuto narrativo di “Amen”. Questi frammenti, carichi di introspezione e di una sottile inquietudine, sondano le paure esistenziali, le fragilità umane e la pervasiva consapevolezza della caducità della vita.La musica, interpretata con raffinata sensibilità dal quartetto d’archi, amplifica il significato del testo, creando un’atmosfera di sospensione e di profonda commozione. Le dissonanze e le armonie si intrecciano, riflettendo le contraddizioni dell’animo umano e la costante tensione tra la ricerca di senso e la paura del nulla.Recalcati, attraverso le parole di “Amen”, ci invita a contemplare la sacralità del battesimo e la gravità dell’estrema unzione, a riflettere sull’istinto materno, sulla fede incrollabile che anima una madre nel percepire il battito cardiaco del figlio. Ci pone di fronte all’immagine di un anziano reduce dalla guerra, depositario di una saggezza silenziosa, capace di insegnare la forza del passo anche nella neve, simbolo di perseveranza e di speranza.L’opera non celebra la durata della vita, ma piuttosto la sua capacità di espandersi, di generare significato e gratitudine, di trascendere i limiti imposti dalla morte. È un inno alla vita che si fa spazio, che si arricchisce di esperienze, che si apre alla possibilità di una bellezza eterna. Un’esplorazione profonda del desiderio che si fa forza, un’affermazione coraggiosa di fronte all’ineluttabilità del finito. Un atto di fede nella possibilità di un futuro oltre la fine.
Cervo, un Viaggio nell’Anima: Recalcati e la Forza del Desiderio
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