domenica, 1 Giugno 2025
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La lotta contro l’indolenza: Foer riceve premio Primo Levi 2025 in una Palazzo Ducale storico

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La sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, quel luogo simbolo della storia e della cultura italiana, ha ospitato lo scrittore statunitense Jonathan Safran Foer, il quale ha accolto con commozione e gratitudine il premio Primo Levi 2025. L’evento è stato presentato dal presidente del Centro culturale Primo Levi, Alberto Rizzerio, che ha sottolineato l’importanza di questo riconoscimento per la generazione attuale.Foer è un autore che esplora le conseguenze a lungo termine della sofferenza umana, dell’ansia e della resilienza. La sua ricerca si colloca in linea con l’umanesimo profondo di Primo Levi, il quale aveva capito che la lotta per i diritti umani è una lotta per riconoscere la dignità di ogni essere vivente, indipendentemente dalla specie.La letteratura di Foer offre un richiamo morale in un mondo ormai alla deriva. Egli si oppone all’indifferenza che caratterizza le nostre società contemporanee e mette in guardia contro la pericolosità della disattenzione rispetto alle sofferenze altrui. La speranza di un futuro meno violento può essere intravista solo se riusciremo a superare la nostra indolenza e a ritrovare la capacità di essere turbati.La morte di Papa Francesco è stata un trauma per l’umanità intera, poiché egli era uno dei pochi che esprimeva il disagio con grazia. Nonostante i suoi sforzi, non abbiamo imparato nulla dagli eventi drammatici accaduti in Palestina e in altre parti del mondo. Siamo diventati sempre più disattenti rispetto alle sofferenze altrui e ciò è una prova della nostra indifferenza.Il silenzio non è l’assenza di un evento, ma è la complicità a esso relativa. Ci sono milioni di bambini che soffrono di malnutrizione in tutto il mondo e moriranno di fame se non agiamo subito. Questa è una tragedia incombente che dovremmo affrontare con urgenza.Primo Levi ha detto che l’atrocità non inizia con la brutalità, ma comincia con l’indifferenza. Ciò significa che dobbiamo essere sufficientemente turbati per agire e mettere fine a questa indolenza. La sua testimonianza è una ferita aperta che ci ricorda sempre la necessità di reagire contro le ingiustizie del mondo.Non dimentichiamoci mai che i bambini, come tutti gli esseri umani, hanno dignità. Il loro destino dovrebbe essere il nostro più grande preoccupazione. Se non agiamo per fermare questa indifferenza, moriranno di fame e noi diventeremo sempre più insensibili ai dolori altrui.È tempo di riflettere sulla nostra indolenza e sul modo in cui possiamo risolverla. Dobbiamo essere turbati, ma questa sensazione non dovrebbe portarci a restare immobili. Invece, dobbiamo agire per costruire un futuro migliore. La speranza esiste, ma è il nostro compito riconoscerla e realizzarla concretamente nella nostra vita quotidiana.

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