mercoledì 3 Settembre 2025
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Lunezia 2025: Un palco per la voce femminile e il perdono.

È con profonda emozione e un senso di responsabilità che mi onoro di partecipare al Premio Lunezia 2025.
Questa manifestazione, un faro culturale per l’universo della canzone d’autore, attribuisce alle parole una dignità e una risonanza che vanno al di là dell’intrattenimento, elevandole a veicolo di significato e testimonianza.

Ritengo che l’emersione di un autorato femminile, ricco di prospettive inedite e autentiche, sia un imperativo culturale in questo momento storico, un atto di recupero di narrazioni troppo a lungo silenziate.
L’urgenza di promuovere una cultura del rispetto, fondata sull’assenza di violenza, richiede un impegno collettivo, e la musica, con la sua intrinseca capacità di connettere e commuovere, può svolgere un ruolo cruciale.

Non si tratta semplicemente di intrattenimento, ma di un potente strumento di consapevolezza, un catalizzatore di cambiamento sociale.

Salire sul palco del Lunezia rappresenta per me l’opportunità di condividere non solo l’intensità delle emozioni che animano la mia musica, ma anche un messaggio di responsabilità verso il prossimo e una ferma speranza per il futuro.
Il ringraziamento va espresso a Fabrizio Maria Cortese, regista di “Il meglio di te”, per la fiducia accordatami e per avermi offerto lo spazio e l’ispirazione per riflettere profondamente sul tema del perdono, un percorso arduo ma essenziale per la crescita personale e collettiva.

Questa esperienza, che desideravo ardentemente realizzare, mi ha permesso di entrare in contatto con un cast di persone straordinarie, ognuna portatrice di un bagaglio umano e artistico inestimabile.

Ha rafforzato la convinzione che la bellezza risieda nella capacità di riconoscere e coltivare il lato migliore di noi stessi, sia internamente che nelle relazioni con gli altri.
Credo fermamente che l’arte abbia il potere di illuminare le ombre, di sanare le ferite e di costruire ponti tra le persone, alimentando un futuro più giusto e compassionevole.

Il perdono, in questa ottica, non è un atto di debolezza, ma un atto di coraggio e di profonda umanità.

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