La vicenda che coinvolge Antonella Ruggiero e Piero Cassano, figure emblematiche della storia dei Matia Bazar, si rivela un amaro epitafio di un’epoca musicale che ha segnato la cultura italiana.
Più che una semplice disputa, si tratta di un confronto generazionale e di prospettive divergenti sulla memoria collettiva di un gruppo che ha saputo reinventarsi nel corso dei decenni.
L’innesco di questa polemica a distanza è un’intervista rilasciata da Ruggiero, ex voce solista e figura carismatica del gruppo, al *Corriere della Sera*.
Le sue dichiarazioni, apparentemente innocue, hanno riaperto vecchie ferite e innescato una reazione veemente da parte di Cassano, fondatore, tastierista e voce storica dei Matia Bazar.
Ruggiero ha raccontato di un’introduzione ai futuri compagni orchestrata dai Premiata Forneria Marconi, sottolineando una iniziale riluttanza ad abbracciare il ruolo di cantante, un’ambizione che si scontrava con i suoi sogni personali.
Ha descritto l’addio al gruppo, avvenuto nel 1989, come un processo complesso, seppur gestito con preavviso, ma percepito come incomprensibile dai suoi colleghi.
La risposta di Cassano, un fiume di parole pubblicato sui social media, è stata un atto d’accusa che ha messo in discussione la veridicità delle parole di Ruggiero.
L’attacco è stato diretto, denunciando una mancanza di rispetto nei confronti dei membri defunti del gruppo (Giancarlo Golzi e Aldo Stellita), un’omissione che appare come una deliberata cancellazione della loro presenza nella storia dei Matia Bazar.
Ha inoltre accusato Ruggiero di aver distorto il passato, presentandolo in una luce che non rispecchiava la realtà dei fatti, sottraendo merito agli altri membri storici, tra cui lo stesso Cassano, Mauro Sabbione e Sergio Cossu.
Cassano ha ribadito che il successo di Ruggiero, il suo status di artista di fama internazionale, è il risultato non solo del talento vocale, ma anche del contributo di tutti coloro che hanno fatto parte del gruppo.
L’affermazione, apparentemente distaccata, riguardo ai funerali di due ex compagni, ha scatenato la sua indignazione, definendola “inaccettabile”.
La replica di Ruggiero, concisa e criptica, ha alimentato ulteriormente la controversia, suggerendo che le sue parole fossero state fraintese e che il tempo avrebbe fatto luce sulla verità.
La risposta di Cassano, puntuale e personale, ha evidenziato la mancanza di rispetto nell’essere genericamente definito come “gente”, sottolineando il valore del proprio nome e onorando la memoria dei defunti compagni.
Ha concluso con una dichiarazione di intenti, rifiutando di continuare la polemica, per tutelare la propria dignità e quella dei suoi seguaci.
La vicenda, che trascende la mera discussione musicale, solleva interrogativi sulla gestione della memoria, sul ruolo del talento individuale all’interno di un collettivo artistico e sulla difficoltà di conciliare prospettive divergenti quando si ripercorre un percorso comune.
La voce di Antonella Ruggiero, innegabilmente unica e potente, rimane un punto fermo nella storia della musica italiana, ma la disputa con Piero Cassano ne offusca, almeno temporaneamente, la brillantezza, lasciando un’amara scia di rimpianti e non detti.
La vicenda sembra voler chiudere un capitolo, ma il ricordo dei Matia Bazar, con le sue luci e le sue ombre, continuerà a risuonare nella memoria di chi ha condiviso quel viaggio musicale.