Il giovane attore genovese Pietro Giannini si è distinto come vincitore del prestigioso Premio Ubu 2025, nella categoria “Attore Under 35”, un riconoscimento attribuito dall’associazione Ubu per Franco Quadri, testimonianza della vitalità e del rinnovamento del panorama teatrale italiano.
La cerimonia di premiazione, un evento di richiamo culturale, si è svolta a Bologna, nel cuore del Teatro Arena del Sole, un tempio dell’arte drammatica.
Giannini, a soli 25 anni, incarna una generazione di artisti che affonda le proprie radici nella tradizione accademica, avendo perfezionato le proprie capacità presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma.
La sua carriera artistica è segnata da una profonda sensibilità e da una capacità unica di trasformare il dolore personale in espressione artistica.
Il suo debutto, un monologo intenso e commovente intitolato “La costanza della mia vita”, è un toccante omaggio a Costanza, sua sorella, strappata alla vita prematuramente a soli 12 anni, vittima di un tragico incidente stradale.
Quest’opera, un grido di dolore sublimato in poesia drammatica, ha immediatamente rivelato la sua innata predisposizione per la narrazione intima e la capacità di creare empatia con il pubblico.
Successivamente, il Teatro Nazionale di Genova ha investito nel suo talento, producendo “La traiettoria calante”, un’opera corale e intimista che affronta la devastante tragedia del Ponte Morandi, un evento che ha profondamente segnato la città e l’intera nazione.
Questo one-man show non è solo una ricostruzione cronologica degli eventi, ma un’esplorazione profonda del trauma collettivo, della perdita e della ricerca di senso in un contesto di disastro.
Nella stagione teatrale precedente, Giannini ha interpretato un ruolo di rilievo nella riproposizione genovese di “Equus”, un classico del teatro contemporaneo di William Shaffer, dimostrando la sua versatilità e la capacità di confrontarsi con opere impegnative e di ampio respiro.
Il suo percorso professionale si estende anche al cinema, dove ha condiviso il set con attori affermati, come Alessio Boni, in un film dedicato alla storia del nuotatore Manuel Bortuzzo, un’ulteriore testimonianza della sua crescente popolarità e del suo appeal presso il grande pubblico.
Ricevendo il premio Ubu, Giannini ha espresso un commosso ringraziamento, elevando il teatro a simbolo di redenzione e speranza.
Ha descritto l’arte drammatica come un’entità quasi salvifica, capace di irrompere in momenti di profonda oscurità e di restituire colore e significato alla vita.
Ricordando un momento cruciale della sua infanzia, un’esperienza in una piccola recita scolastica dopo un periodo particolarmente difficile, ha sottolineato come il teatro lo abbia accolto e amato, offrendogli una speranza concreta.
Con un’immagine poetica, ha evocato la sua fragilità infantile, un bambino segnato da dolore e ingessato, e come un costume da pappagallo, cucito con amore da sua madre, lo abbia aiutato a ritrovare un barlume di gioia e la possibilità di esprimersi.
Per Giannini, il teatro non è solo un mestiere, ma una vocazione, un atto d’amore che restituisce ciò che la vita gli ha sottratto, un faro che illumina il cammino di chi, come lui, ha conosciuto il buio.






