L’aria salmastra di Portovenere vibra di un’attesa silenziosa, preludio alla celebrazione annuale della Madonna Bianca.
Quest’anno, come in una danza secolare che unisce fede, tradizione e ingegneria, i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Liguria sono nuovamente protagonisti, non in una missione di recupero, ma in un atto di devozione che si manifesta attraverso la luce.
La festa, un tripudio di duemila lanterne che illuminano il borgo arroccato a picco sul mare, è un evento di profonda suggestione.
La sua realizzazione, tuttavia, richiede un impegno notevole e un’abilità tecnica che va ben oltre la mera disposizione di oggetti luminosi.
Le zone più impervie, quelle che si affacciano sull’azzurro del Golfo dei Poeti e che si ergono come sentinelle rocciose, sono le più delicate e le più difficili da raggiungere.
Qui, dove la roccia a strapiombo sfida la gravità e i sentieri si riducono a precari appigli, è il Soccorso Alpino a operare, con manovre esperte e sicure, quasi fosse una complessa operazione di soccorso.
Più di mille lanterne, quest’anno, saranno posizionate dai tecnici, un lavoro che si ripete da anni, trasformando un atto burocratico in una vera e propria performance alpina.
Ogni lanterna è un piccolo punto luce che, una volta acceso, contribuirà a creare un’atmosfera magica, un abbraccio di luce che avvolge il borgo e lo proietta in una dimensione sospesa tra il cielo e il mare.
Questo impegno del Soccorso Alpino non è solo un servizio alla comunità, ma una testimonianza di come competenze specialistiche, nate per affrontare situazioni di emergenza, possano essere impiegate per celebrare la cultura e la spiritualità di un territorio.
È un esempio di come la forza e l’ingegno umano possano essere messi al servizio della bellezza, creando un momento di condivisione e di profonda emozione per tutti coloro che partecipano alla festa della Madonna Bianca.
La luce delle lanterne, in questo contesto, si trasforma in un simbolo di speranza, di fede e di legame indissolubile con la propria terra.