La piazzetta dei Corallini, gremita per l’apertura del Festival Internazionale di Musica da Camera n.
62, si è trasformata in un palcoscenico inusuale, un crocevia tra psicanalisi, letteratura e musica.
La serata, inaugurale, ha visto protagonista Massimo Recalcati, figura di spicco nel panorama psicoanalitico italiano, affiancato dall’attrice Elena Andreoli e dai musicisti Toni Berchmans e Carlos Zarattini, per un’esperienza performativa intitolata “La forza del desiderio”.
Lo spettacolo, lungi dall’essere una semplice performance, si è configurato come un’esplorazione filosofica e emotiva, intrecciando monologhi tratti dal romanzo “Amen” di Recalcati con riflessioni profonde sulla condizione umana.
Il dialogo, inizialmente inquadrato nella cornice biblica, si è aperto su una disamina del desiderio come forza motrice dell’esistenza, un anelito che permea ogni forma di vita e trascende la semplice bramosia.
Recalcati ha interrogato il concetto di peccato e redenzione, suggerendo che la vera dannazione risiede non nell’atto di desiderare, ma nell’incapacità di amare, un’assenza di connessione che isola l’individuo.
Il racconto autobiografico di Recalcati ha rivelato una nascita prematura, un evento che lo ha visto lottare per la sopravvivenza, tanto da richiedere il rito del battesimo e dell’estrema unzione in simultanea.
Questo evento cruciale, segnato dalla precarietà della vita, si è intrecciato con la scoperta della letteratura, esemplificata dalla lettura del “Sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern all’età di tredici anni.
L’esperienza del sergente, immerso in un ambiente ostile e costretto a confrontarsi con la morte in prima persona, ha plasmato la visione di Recalcati, infondendo in lui una ferma convinzione nella forza vitale che trionfa sulle avversità.
I monologhi, intensi e suggestivi, hanno delineato scene potenti: la madre che, con angoscia, invoca la salvezza del figlio neonato in incubatrice, il sergente che procede faticosamente nella neve, simbolo di una ricerca incessante di significato e sopravvivenza, e infine lo stesso Recalcati, chiamato a confrontarsi con l’inevitabile presenza della morte.
Elena Andreoli, con una recitazione di profonda partecipazione emotiva, ha saputo restituire la complessità dei personaggi, amplificandone l’impatto sul pubblico.
La colonna sonora, curata da Toni Berchmans e Carlos Zarattini con la direzione creativa di Alberto Traverso, ha svolto un ruolo fondamentale, non limitandosi ad accompagnare i monologhi, ma dialogando attivamente con essi.
Le musiche, ricche di suggestioni onomatopeiche e di variazioni dinamiche, hanno creato un’atmosfera evocativa, accentuando i momenti di tensione e di introspezione, e contribuendo a creare un’esperienza sinestetica unica.
La performance ha così rappresentato un connubio originale e stimolante tra diverse forme d’arte, offrendo al pubblico una riflessione profonda sul desiderio, la vita, la morte e la forza inestinguibile dello spirito umano.