La questione che aleggia sul futuro del Festival di Sanremo si è incardinata in una complessa battaglia legale, che vede contrapporsi interessi economici e interpretazioni divergenti delle normative che regolano l’organizzazione di un evento di tale portata nazionale. L’annuncio del sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, conferma che la città rimane il luogo designato per ospitare il Festival, ma questa certezza è appesa all’esito di un intricato procedimento giudiziario.Al centro della disputa si erge la società Just Enterntainment (Je), guidata dal discografico Sergio Cerruti, che ha contestato la delibera del Comune di Matuzia, definita come un “indirizzo” che imponeva requisiti stringenti per la manifestazione di interesse volta a individuare l’organizzatore del Festival. La Rai, unica candidata, e l’amministrazione comunale hanno vigorosamente difeso la delibera, sostenendo la necessità di un’organizzazione solida e competente per un evento di tale risonanza.Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Liguria si è riservato di esprimersi, ma segnali provenienti dall’udienza suggeriscono una propensione a non concedere la sospensiva richiesta da Just Enterntainment. Quest’ultima, nel tentativo di prolungare la battaglia legale, ha chiesto al Consiglio di Stato di decidere prima sull’affidamento diretto del Festival. Parallelamente, Rai e Comune di Sanremo hanno sollecitato una decisione rapida, mirata a respingere la richiesta di sospensiva e a definire con urgenza la questione.Un elemento cruciale è rappresentato dal ricorso presentato da Rai e Comune di Sanremo al Consiglio di Stato contro la precedente sentenza del TAR, che aveva dichiarato illegittimo l’affidamento diretto e disposto una gara. L’esito di questa decisione è determinante: se il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso, la posizione di Just Enterntainment si indebolirà drasticamente, rendendo sostanzialmente priva di significato la loro azione legale contro la manifestazione di interesse. La motivazione alla base della pretesa di requisiti specifici per i partecipanti, come l’essere un canale generalista, sottolinea l’importanza di un’organizzazione in grado di garantire una trasmissione in chiaro su tutto il territorio nazionale, escludendo la possibilità di affidare l’evento a un’agenzia di comunicazione qualsiasi.L’amministrazione comunale, in uno scenario puramente teorico, potrebbe valutare la possibilità di riprendere le trattative dirette con la Rai, bypassando la complessa procedura della manifestazione di interesse, qualora il Consiglio di Stato confermasse la legittimità dell’affidamento diretto. Questo scenario, però, dipende interamente dall’evoluzione del procedimento giudiziario e dalle decisioni che ne emergeranno, lasciando il futuro del Festival in bilico tra l’attesa di una sentenza e la necessità di garantire la continuità di un evento che rappresenta un pilastro della cultura italiana. Il nodo cruciale risiede, quindi, nell’interpretazione delle normative e nella definizione dei requisiti minimi per un’organizzazione di tale portata, un dibattito che va ben oltre la semplice competizione per la gestione di un festival musicale.
Sanremo: Festival in bilico tra legale e futuro.
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