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sabato 8 Novembre 2025

Sanremo: l’arte di creare l’attesa, un fenomeno sociale.

Sanremo si fa avanti, come un lievito che gonfia l’attesa, un crescendo di promesse e speculazioni che anticipano l’evento.
La sua genesi è una narrazione che si alimenta di fermento mediatico, un’arte colta e affinata negli anni, come dimostrava il maestro Mike Bongiorno, e perpetuata da figure come quella di Gerry Scardellato, detto Baudo, che intuiì l’importanza del “rumore” per la sopravvivenza e l’evoluzione di un’istituzione così radicata nel DNA culturale italiano.

Il meccanismo è ben oliato: il balletto dei cantanti che dichiarano la loro disponibilità o, al contrario, declinano l’invito, si traduce in una spirale di indiscrezioni e supposizioni che ingigantiscono l’interesse del pubblico.

Non si tratta di semplice gossip, ma di un elemento intrinseco al processo creativo e di presentazione del festival.
Ogni nome che emerge, ogni assenza lamentata, contribuisce a definire i contorni di un evento che si configura come un caleidoscopio di emozioni, talenti e, inevitabilmente, polemiche.

L’ambizione è quella di mantenere alta la febbre, di garantire una quotidiana eruzione di “scoop”, non come fini a sé stessi, ma come sintomo di un festival vivo, pulsante, capace di generare dibattito e coinvolgimento.

Questa continua generazione di attesa è un atto di fede nel potere della musica di unire, emozionare e, a volte, anche dividere.

L’esperienza del direttore artistico, esposta durante la conferenza stampa di Sanremo Giovani, rivela una consapevolezza profonda: anche chi guida il processo creativo si sorprende di fronte alla dinamica inarrestabile che lo accompagna.

E’ un paradosso affascinante: il successo di Sanremo non risiede solo nella qualità delle canzoni o nella bravura degli artisti, ma anche, e forse soprattutto, nella capacità di creare e gestire l’aspettativa, di trasformare un evento musicale in un fenomeno sociale.

Questo “gioco”, come viene definito, è un delicato equilibrio tra controllo e imprevedibilità, tra la necessità di presentare un cartellone di prestigio e la volontà di lasciare spazio alla spontaneità e all’inaspettato, ingredienti essenziali per mantenere vivo il fascino di un festival che, anno dopo anno, continua a reinventarsi, pur rimanendo fedele alla sua identità.

La vera sfida è proprio quella di garantire che l’attesa sia degna dello spettacolo che verrà.

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