martedì, 1 Luglio 2025
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Scala sotto tensione: sciopero a rischio per *Die Zauberflöte*

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La tensione al Teatro alla Scala raggiunge l’apice con l’imminente prima di *Die Zauberflöte*, un evento che si scontra con la proclamazione di uno sciopero da parte del sindacato Snater, in linea con le posizioni già espresse dalla CGIL. Questa azione sindacale, purtroppo, non rappresenta un’anomalia nella recente storia del teatro, limitandosi a escludere l’eccezione della rappresentazione di *Carmen*.L’episodio legato a *Carmen*, come emerge da un comunicato Snater, rivela tentativi inquietanti e controversi. In quel frangente, a seguito della sospensione dello sciopero precedente, legato all’insediamento del nuovo sovrintendente, un rappresentante del governo – figura chiave nel consiglio di indirizzo della Fondazione e presidente del Conservatorio Paganini – avrebbe prospettato la possibilità di impiegare allievi del Conservatorio per sostituire i coristi in sciopero. Questa proposta, definibile come una gestione profondamente problematica sotto il profilo gestionale, professionale ed artistico, solleva dubbi sulla sensibilità e la comprensione dei principi sindacali e legali. Le istituzioni coinvolte, successivamente, si sono dissociate da questa iniziativa, ma è imperativo che siano consapevoli dell’importanza e della salvaguardia del diritto costituzionale allo sciopero, un diritto che non può essere eluso con manovre che rischiano conseguenze negative.Al cuore della contestazione risiedono due rivendicazioni primarie: l’adeguamento salariale, con i dipendenti del Teatro alla Scala che lamentano stipendi significativamente inferiori rispetto ad altre Fondazioni liriche, e l’inadeguatezza dell’organico rispetto al volume e alla complessità della produzione lirica e sinfonica. Queste criticità, sottolineano Snater e CGIL, non trovano risposte concrete da oltre due anni, nonostante il confronto aperto con la sovrintendenza. Il clima di incertezza aleggia sulla possibilità di una soluzione. Il sovrintendente Galli potrebbe tentare una riconciliazione, convocando nuovamente le parti in causa per cercare una mediazione e, auspicabilmente, scongiurare l’interruzione della stagione lirica. La vicenda mette a luce un quadro di profonda disfunzione, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo e di politiche culturali che riconoscano e tutelino il valore del lavoro e la dignità dei professionisti dello spettacolo. La questione trascende una semplice disputa sindacale, configurandosi come un campanello d’allarme sulla sostenibilità e l’equità del sistema delle istituzioni liriche italiane.

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