Domenica 7 dicembre, il personale del teatro, attraverso lo sciopero indetto dalla Slc Cgil, intende ribadire la propria insoddisfazione e rivendicare soluzioni concrete a una serie di problematiche strutturali che minano la stabilità e il benessere dei lavoratori.
Lo stato di agitazione, già proclamato nei mesi precedenti, si traduce in questa nuova azione di protesta, programmata in concomitanza con la rappresentazione de “Caravaggio” con Roberto Bolle, un evento di notevole rilevanza artistica e culturale.
Le istanze sollevate dalla Slc Cgil non si limitano a rivendicazioni salariali di routine, ma toccano questioni cruciali per il futuro del teatro e per la dignità del suo personale.
Al centro del disaccordo vi è la gestione degli organici, con particolare attenzione alla condizione dei lavoratori precari, spesso intrappolati in contratti instabili e privi di tutele adeguate.
La carenza di personale, accentuata da un mercato del lavoro competitivo, si traduce in un sovraccarico di lavoro per i dipendenti permanenti e in una precarietà diffusa.
Parallelamente, persistono problematiche relative alla retribuzione, con differenze salariali percepite come ingiuste e una mancata adeguamento all’inflazione che erode il potere d’acquisto dei lavoratori.
A ciò si aggiungono le preoccupazioni legate agli scivoli pensionistici, che rendono incerto il futuro previdenziale del personale, soprattutto per coloro che hanno dedicato anni di servizio al teatro.
La Slc Cgil denuncia, inoltre, una profonda carenza di comunicazione da parte della direzione del teatro.
La mancanza di trasparenza nell’organizzazione del lavoro e nella definizione delle strategie future genera incertezza e alimenta un senso di marginalizzazione tra i dipendenti.
Questa opacità, secondo la Slc Cgil, rivela una scarsa considerazione per il personale e una sottovalutazione del suo ruolo fondamentale per il successo del teatro.
La protesta del 7 dicembre rappresenta quindi un monito, un appello alla direzione affinché intraprenda un dialogo costruttivo con le rappresentanze sindacali, assumendosi la responsabilità di affrontare le problematiche sollevate e di garantire un ambiente di lavoro equo, stabile e rispettoso dei diritti dei lavoratori.
Lo sciopero non è solo una rivendicazione sindacale, ma un’espressione di profonda preoccupazione per il futuro del teatro e per il valore del suo personale, pilastro imprescindibile della sua identità artistica e culturale.
La speranza è che questo atto di protesta possa stimolare un cambiamento significativo e duraturo.






