L’incontro a Roma tra la sindaca di Genova, Silvia Salis, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha segnato una tappa cruciale nel complesso processo di riqualificazione industriale e ambientale legato all’eredità dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia.
La discussione, incentrata sugli sviluppi più recenti e sulle prospettive future, si prefigge di garantire una transizione sostenibile per gli stabilimenti siderurgici del gruppo, con un focus particolare sulla decarbonizzazione, imprescindibile in vista della scadenza del 31 luglio, data in cui si definisce l’Accordo di Programma Interistituzionale e la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento di Taranto.
Il dibattito ha superato la mera analisi operativa, estendendosi a una visione strategica che considera l’importanza cruciale dello stabilimento di Genova-Cornigliano all’interno della rete produttiva nazionale.
Lungi dall’essere un impianto isolato, Cornigliano è stato riconosciuto come un nodo fondamentale per l’approvvigionamento degli altri siti produttivi del gruppo, localizzati a Novi Ligure e Racconigi, in Piemonte.
Questa interdipendenza sottolinea l’urgenza di un approccio integrato nella gestione degli impianti, che superi logiche localistiche e abbracci una visione di sistema.
L’obiettivo primario è la riconversione dello stabilimento genovese, non solo come fonte di materie prime, ma anche come motore di innovazione e sviluppo di nuove tecnologie siderurgiche a basso impatto ambientale.
La riapertura della gara, prevista per i primi giorni di agosto, rappresenta un’opportunità determinante per attrarre investimenti e competenze che favoriscano questa trasformazione, posizionando l’industria italiana dell’acciaio all’avanguardia a livello globale.
L’ulteriore incontro, previsto per il 22 luglio e che vedrà la partecipazione del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, rifletterà approfonditamente su questi aspetti, con l’intento di definire un piano d’azione concreto e condiviso.
Questo piano dovrà non solo affrontare le sfide ambientali e operative imposte dalla decarbonizzazione, ma anche valorizzare le competenze locali e creare nuove opportunità di lavoro, garantendo una transizione giusta ed equa per i lavoratori e le comunità coinvolte.
La discussione mira a tracciare un percorso che coniughi la salvaguardia del patrimonio industriale italiano con la responsabilità ambientale e lo sviluppo socio-economico del territorio.