La vicenda dell’Aurelia Bis savonese trascende la mera questione infrastrutturale, configurandosi come un simbolo emblematico delle fragilità strutturali che affliggono il territorio ligure e, più in generale, il sistema di pianificazione e realizzazione di opere pubbliche in Italia.
Lungi dall’essere un semplice ritardo, l’opera si è trasformata in una ferita aperta, un’emorragia di risorse e speranze per i quartieri di Valloria e La Rusca, aree urbane letteralmente sventrate da un cantiere in stato di abbandono da troppo tempo.
L’isolamento infrastrutturale, un problema cruciale per Savona, un comune costiero che aspira a un ruolo più dinamico all’interno della regione, è ironicamente esacerbato dalla stessa opera destinata a risolverlo.
L’Aurelia Bis, concepita per collegare più efficacemente il territorio e favorire lo sviluppo economico, si è paradossalmente trasformata in un ostacolo, un monito delle difficoltà incontrate nella gestione di progetti complessi e di lunga durata.
Il sindaco Marco Russo, con la sua richiesta di un incontro urgente con il viceministro Edoardo Rixi, Anas e i comuni interessati, non si limita a sollecitare informazioni, ma a denunciare una situazione di profonda incertezza che mina la fiducia dei cittadini e compromette il futuro della città.
Le richieste di Russo sono chiare e puntuali: un resoconto dettagliato degli eventi degli ultimi dodici mesi, la conferma formale della revoca dell’appalto e, soprattutto, una visione chiara dell’iter futuro, con un cronoprogramma preciso e vincolante per il completamento dell’opera.
È fondamentale che l’incontro non si limiti a un mero scambio di informazioni, ma si traduca in un piano d’azione concreto e trasparente.
La revoca dell’appalto, seppur necessaria, non deve lasciare spazio a un vuoto gestionale, ma deve essere l’occasione per ripensare l’approccio alla realizzazione dell’opera, coinvolgendo attivamente tutti gli stakeholder: amministrazioni locali, Anas, imprese, e, soprattutto, i cittadini.
Parallelamente all’accelerazione dell’iter di completamento dell’Aurelia Bis, è imperativo affrontare l’emergenza sociale e ambientale dei quartieri di Valloria e La Rusca.
La riqualificazione delle aree limitrofe al cantiere, attraverso interventi mirati e partecipati, non è solo una questione di compensazione per i disagi subiti, ma rappresenta un investimento strategico per il futuro della città.
Riqualificare le aree svuotate dal cantiere significa restituire dignità e speranza ai residenti, creando nuove opportunità di lavoro e sviluppo.
La storia dell’Aurelia Bis savonese deve servire da monito per il futuro, spingendo a una revisione profonda dei processi di pianificazione e realizzazione delle opere pubbliche, promuovendo una maggiore trasparenza, responsabilità e partecipazione dei cittadini.
Solo così sarà possibile evitare che opere destinate a promuovere il progresso e il benessere si trasformino in ferite aperte per il territorio.
L’urgente necessità è quella di trasformare il simbolo dell’Aurelia Bis da monito a promessa di sviluppo, restituendo a Savona la sua vitalità e il suo futuro.







