La Liguria, crocevia millenario di scambi marittimi e culla di una tradizione cantieristica profondamente radicata nel suo DNA regionale, si trova oggi di fronte a una sfida cruciale: riconciliare l’eredità della *blue economy* con le dinamiche di un’economia globale in rapida trasformazione. La cantieristica navale, elemento imprescindibile dell’identità ligure, non è semplicemente un’industria, ma un ecosistema complesso di competenze, filiere e opportunità che permea l’intera regione.Il dibattito acceso sui sussidi statali, sollevato con forza dal viceministro Edoardo Rixi e ripreso dal presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, riflette una preoccupazione diffusa: quella di non poter competere a parità di condizioni in un contesto internazionale dove altri Paesi offrono un supporto più strutturato al settore. Non si tratta di una mera questione di protezionismo, ma di garantire la sopravvivenza e la crescita di un comparto strategico, capace di generare occupazione qualificata e di trainare l’innovazione tecnologica.La riflessione si estende oltre la semplice concessione di finanziamenti, interrogandosi sulla definizione stessa di “aiuto di Stato” e sulla sua legittima applicazione in contesti di sviluppo infrastrutturale. L’esempio della diga, citato dal presidente Bucci, incarna questa complessità: un’opera pubblica che, pur rappresentando un investimento diretto dello Stato, apre la strada a nuove opportunità di sviluppo economico e a un aumento degli investimenti privati nel settore della cantieristica e della logistica portuale. La creazione di infrastrutture, infatti, è un precondizione fondamentale per attrarre capitali privati e stimolare la crescita.La visione del presidente Bucci si focalizza sull’effetto moltiplicatore dell’investimento pubblico: ogni euro destinato a opere infrastrutturali può generare un ritorno economico compreso tra i due e i tre euro di investimenti privati. Questa dinamica virtuosa è il motore di uno sviluppo sostenibile, che coniuga la creazione di valore economico con la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del capitale umano.In questo scenario, la Liguria non può permettersi di rimanere a guardare, rischiando di essere penalizzata rispetto ad altre realtà geografiche che hanno saputo intercettare le opportunità offerte dalla *blue economy*. È necessario un approccio strategico, che combini la difesa delle competenze locali con l’apertura all’innovazione e alla collaborazione internazionale, affinché la Liguria possa continuare a giocare un ruolo di primo piano nel panorama globale della cantieristica navale e della logistica portuale, onorando la sua storia e proiettandosi verso un futuro di crescita e prosperità. La sfida è complessa, ma le potenzialità sono immense.
Cantieristica Ligure: Tra Tradizione, Sussidi e Sfide Globali
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