L’assemblea dei lavoratori dell’ex Ilva di Genova, trasformatasi in un atto di occupazione dello stabilimento e di blocco stradale, ha espresso un dissenso profondo e immediato di fronte alle prospettive delineate per il futuro dell’acciaieria.
La protesta, che ha visto i lavoratori mobilitarsi in corteo verso la stazione di Cornigliano per un presidio ad oltranza, è sintomo di una crescente preoccupazione per la tenuta occupazionale, con mille posti di lavoro a rischio e un clima di incertezza che grava sull’intera comunità.
La narrazione di un potenziale aumento della cassa integrazione straordinaria, alimentata da ricostruzioni mediatiche e interpretazioni sindacali, è stata prontamente smentita dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia.
La linea ufficiale ribadisce la stabilità del numero di lavoratori in cigs, fissato a 4.450 unità, negando categoricamente qualsiasi estensione.
Questa precisazione, confermata anche dalla Presidenza del Consiglio, rappresenta un punto di svolta rispetto alle aspettative iniziali e riflette una strategia aziendale mirata a contenere i costi e a garantire la continuità produttiva, seppur in un contesto di profonde difficoltà.
Il focus strategico non risiede, quindi, nell’incremento della cassa integrazione, bensì nell’attivazione di un ambizioso programma di formazione e riqualificazione professionale.
I 1.550 lavoratori precedentemente oggetto di speculazioni sulla cassa integrazione saranno coinvolti in percorsi formativi intensivi, della durata minima di 60 giorni per ciascun dipendente, per un investimento complessivo di 93.000 ore.
Questa iniziativa, che abbraccia l’intero comparto aziendale, non si limita a fornire competenze immediatamente spendibili, ma mira a preparare la forza lavoro alle sfide poste dalle nuove tecnologie “green” che saranno introdotte negli impianti.
Il Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato con fermezza come l’investimento in formazione rappresenti un segnale tangibile di impegno verso i lavoratori, con l’obiettivo di garantire non solo la sicurezza e la manutenzione degli impianti, ma anche un aggiornamento professionale continuo, essenziale per affrontare le trasformazioni in atto nel settore siderurgico.
Questo approccio, volto a coniugare la tutela dell’occupazione con l’innovazione tecnologica, si pone come elemento chiave per il rilancio dell’ex Ilva, in un’ottica di transizione sostenibile e di valorizzazione del capitale umano.
La speranza è che questo programma di formazione, supportato da un dialogo costruttivo tra azienda, sindacati e governo, possa contribuire a dissipare le incertezze e a gettare le basi per un futuro più solido e prospero per l’acciaieria e i suoi lavoratori.








