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sabato 1 Novembre 2025

IA negli studi: boom tra i commercialisti, un’indagine rivela i numeri

L’evoluzione digitale degli studi professionali: un’indagine sull’adozione dell’intelligenza artificiale tra i commercialistiUn’analisi condotta dalla Fondazione Nazionale di Ricerca della categoria, in collaborazione con università di spessore come gli Studi di Bergamo, Ancona e Catanzaro, ha messo in luce una trasformazione in atto nel panorama degli studi professionali in Italia.
L’indagine, basata sui riscontri di oltre 4.000 commercialisti, svela come l’intelligenza artificiale stia progressivamente integrandosi nelle pratiche lavorative, segnando un punto di svolta per il settore.
Attualmente, circa il 34,1% dei commercialisti dichiara di utilizzare l’IA in maniera significativa o sufficiente per le proprie attività.
Tuttavia, le proiezioni per i prossimi tre anni indicano una crescita esponenziale: si prevede che questa percentuale salga fino al 71,9%, evidenziando un’accelerazione nell’adozione di queste tecnologie.
L’indagine rivela un quadro sfumato: il 7,5% degli intervistati è già un utilizzatore avanzato, il 27,6% un utilizzatore moderato, mentre una quota consistente (47%) la utilizza ancora in modo limitato, e il 17,9% ne è completamente estraneo.
Questa situazione, però, è destinata a subire una metamorfosi radicale, come dimostrano le proiezioni future che stimano una diminuzione drastica della quota di professionisti con un utilizzo marginale (11,2%) e una quasi scomparsa di chi ne è totalmente escluso (7%).
Una maggioranza significativa (36,4%) prevede un utilizzo intensivo, mentre il 35,5% anticipa un utilizzo sostanziale.

L’analisi preliminare indica che l’intelligenza artificiale trova applicazione in diverse aree cruciali.

La gestione delle fatture elettroniche è l’ambito in cui l’IA è attualmente più diffusa (36,1%), seguita dall’automatizzazione delle attività di registrazione contabile (23,9%) e dall’analisi di bilancio (18,1%).
Tuttavia, la visione del futuro indica una convergenza verso un ruolo predominante dell’IA nell’analisi di bilancio (60%), suggerendo un’evoluzione verso una comprensione più sofisticata dei dati finanziari.
Solo una piccola minoranza (9%) ritiene che l’IA non avrà alcun impatto significativo sulla gestione delle fatture elettroniche, sottolineando la sua crescente importanza.
L’impatto dell’IA si estende oltre la contabilità, interessando ambiti sempre più diversificati.
L’aggiornamento normativo, supportato da ricerche web automatizzate, è attualmente l’applicazione più diffusa (36,6%), seguito dalla creazione di comunicazioni ai clienti e dalla gestione dei profili social (25,5%) e dalla redazione di verbali di assemblee (22%).

Questa tendenza evidenzia come l’IA non si limiti a sostituire compiti ripetitivi, ma possa anche ottimizzare la comunicazione e migliorare la produttività in attività a più alto valore aggiunto.
L’indagine sottolinea che l’adozione dell’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnologica, ma un processo di trasformazione che richiede una riorganizzazione dei flussi di lavoro, una revisione delle competenze professionali e una nuova visione del ruolo del commercialista nell’ecosistema economico.

L’evoluzione delineata da questi dati suggerisce un futuro in cui il commercialista non sarà più soltanto un esecutore di compiti, ma un consulente strategico, capace di interpretare i dati, fornire insight e supportare i clienti nella presa di decisioni complesse.

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