venerdì 3 Ottobre 2025
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Liguria, terza per ricchezza: il boom immobiliare guida il PIL.

La Liguria si distingue come una delle regioni italiane più prospere, in virtù di un patrimonio netto pro capite considerevole, attestatosi a 255.564 euro nel 2023, secondo dati elaborati dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.
Questa cifra, che posiziona la Liguria al terzo posto a livello nazionale dopo Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, riflette una solida base economica profondamente radicata nella proprietà immobiliare, la quale contribuisce per il 66% al patrimonio totale regionale.
Questa forte dipendenza dalla ricchezza immobiliare è un tratto comune alle regioni alpine e a quelle turistiche.
La Valle d’Aosta, con l’88,5% della ricchezza legata agli immobili, e il Trentino-Alto Adige, con il 69%, ne sono esempi lampanti, ma anche regioni come la Sardegna (71,52%), la Campania (70,9%) e la Sicilia (69,75%) mostrano una correlazione significativa tra ricchezza e proprietà edilizia, evidenziando l’impatto del turismo e delle seconde case sulla composizione del patrimonio netto.

Il quadro nazionale rivela una media di ricchezza pro capite pari a 179.598 euro, con una percentuale simile, il 55,15%, derivante dalla proprietà immobiliare.

Sebbene la Lombardia, con 244.805 euro, e l’Emilia-Romagna, con 227.152 euro, presentino ricchezza pro capite superiore alla media, la Liguria si distingue per la robustezza del suo tessuto immobiliare.

L’importanza del Valore Stimato di Mercato (VSM) degli immobili come componente essenziale del patrimonio netto nazionale è innegabile, attribuibile in gran parte alla diffusa proprietà della casa di abitazione e alla significativa presenza di seconde case, specialmente in regioni con forte vocazione turistica.
Questo fenomeno non è solo un indicatore economico, ma riflette anche i modelli di vita e le preferenze abitative degli italiani.

Analizzando il rapporto tra ricchezza al netto degli immobili e il reddito dichiarato, emerge una chiara distinzione tra le regioni più sviluppate: Lombardia (7,08), Emilia-Romagna (6,36), Piemonte (5,33) e Veneto (5,16).
Questo dato suggerisce che, in queste regioni, la capacità di accumulare ricchezza, al di là del reddito corrente, è significativamente più elevata, spesso grazie a investimenti immobiliari strategici e alla crescita del valore degli immobili nel tempo.

Infine, la distribuzione geografica della ricchezza pro capite al netto degli immobili rivela un divario marcato tra Nord (115.970 euro), Centro (72.977 euro) e Sud (35.927 euro).

Questa disparità non solo riflette differenze strutturali nell’economia regionale, ma sottolinea anche la necessità di politiche volte a promuovere una crescita più equa e a ridurre le disuguaglianze territoriali, favorendo l’accesso alla proprietà immobiliare e l’accumulo di ricchezza per tutti i cittadini italiani.
La Liguria, pur rimanendo una regione prospera, deve continuare a monitorare questi indicatori per garantire una crescita sostenibile e inclusiva nel lungo termine.

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