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sabato 25 Ottobre 2025

Rotta Artica: Nuova Via Commerciale Sfida Suez e Ridefinisce il Mare

L’emersione della Rotta Artica come potenziale snodo commerciale, sebbene ancora in fase embrionale rispetto ai volumi della tradizionale via di Suez, segna un punto di svolta cruciale nel panorama della logistica globale.
I dati relativi al 2024, presentati nell’ambito della Genoa Shipping Week da Srm, evidenziano un traffico di 97 navi artiche contro le oltre 12.740 che hanno optato per Suez, una cifra che, pur esigua, riflette una crescente sperimentazione e una potenziale strategia di diversificazione da parte di operatori, in particolare cinesi e russi.

L’impatto degli attacchi Houthi nel Mar Rosso, che hanno convogliato parte del traffico verso il Capo di Buona Speranza, ha temporaneamente ridotto il volume di transiti Suez, ma non ha intaccato il potenziale a lungo termine della Rotta Artica.
Questa nuova via, resa praticabile dallo scioglimento accelerato dei ghiacci polari, è più di una semplice scorciatoia geografica; rappresenta un paradigma di cambiamento nell’architettura del commercio internazionale.
Il suo sviluppo, tuttavia, è intrinsecamente legato a dinamiche geopolitiche complesse, che ne determinano non solo la fattibilità tecnica ma anche la sostenibilità economica e le implicazioni ambientali.

L’indebolimento della centralità del Mediterraneo, come correttamente sottolineato da Massimo Deandreis, non deve essere interpretato come una scomparsa, bensì come una trasformazione del suo ruolo strategico in un contesto multimodale sempre più interconnesso.
La determinazione dei noli, storicamente guidata da fattori di mercato interni, è oggi profondamente influenzata da una rete intricata di elementi esterni: accordi commerciali, politiche doganali, oneri fiscali e, soprattutto, decisioni geopolitiche.
Questa complessità accentua l’importanza della leadership e della capacità di assumersi rischi calcolati da parte degli armatori, un aspetto messo in luce da Vincenzo Romeo.
La capacità di anticipare, adattarsi e innovare è diventata la chiave per la sopravvivenza e la prosperità nel settore marittimo contemporaneo.
Un’altra questione spinosa sollevata durante la Genoa Shipping Week è il declino dei collegamenti via traghetto.

L’analisi di Stefano Messina evidenzia un problema strutturale: l’incapacità del settore pubblico di garantire la sostenibilità economica di queste linee, cruciali per la continuità territoriale e il collegamento tra le isole.

Il fallimento di precedenti tentativi di gestione autonoma di questi servizi dimostra la necessità di un intervento pubblico mirato, capace di bilanciare l’interesse generale con la remuneratività delle compagnie di navigazione.

Il rilancio di questo comparto, prioritario negli obiettivi di Assarmatori per i prossimi anni, richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, operatori e comunità locali, per preservare un servizio essenziale per la coesione sociale ed economica del Paese.
La crisi dei traghetti non è solo un problema economico, ma una questione di identità e di accesso ai diritti fondamentali.

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