La riflessione ventennale del secondo Statuto della Regione Liguria, occasione per un’analisi critica e propositiva, si focalizza, attraverso il contributo del giurista Giancarlo Rolla, su alcune lacune strutturali che ne limitano l’effettiva attuazione del principio di autonomia regionale.
Rolla, figura di riferimento nel diritto pubblico comparato e testimone diretto della genesi dello Statuto del 2005, evidenzia come l’evoluzione normativa nazionale abbia progressivamente eroso gli spazi di manovra concessi alla Regione, pur riconoscendo la qualità intrinseca dei due documenti statutari.
Il nodo centrale della discussione ruota attorno alla dialettica, imprescindibile, tra l’autonomia regionale e l’unità dello Stato, sancita dall’articolo 5 dello Statuto.
Sebbene questa clausola rappresenti un vincolo necessario per garantire la coerenza del sistema costituzionale, Rolla suggerisce che, all’interno di tali limiti, si possano introdurre significativi strumenti per rafforzare la partecipazione democratica e la legittimità delle scelte regionali.
In particolare, tre priorità emergono con chiarezza: l’adozione di meccanismi innovativi di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, l’introduzione di referendum propositivi – che vadano oltre la mera abrogazione – e la riscoperta della disposizione statutaria che promuoveva l’elezione popolare dei candidati politici.
L’ispirazione per i nuovi meccanismi di partecipazione deriva da modelli virtuosi presenti in altre realtà europee, come il ruolo rafforzato dell’Ombudsman svedese, un istituto con poteri decisamente superiori a quelli del difensore civico ligure attuale.
Questo strumento, in grado di indagare autonomamente le azioni della pubblica amministrazione e di proporre rimedi, garantirebbe una maggiore trasparenza e responsabilità nell’esercizio del potere.
L’introduzione di referendum propositivi, diversamente dai soli referendum abrogativi, permetterebbe ai cittadini di avanzare proposte di legge, stimolando un dibattito pubblico più ampio e coinvolgendo direttamente la comunità nelle scelte legislative.
Infine, la ripresa della disposizione che incoraggiava la selezione dei candidati politici attraverso il voto popolare rappresenta un’opportunità per rafforzare il legame tra eletti ed elettori, promuovendo una maggiore rappresentatività e accountability dei rappresentanti regionali.
In sintesi, Rolla non contesta il solido impianto costituzionale dello Statuto, ma ne auspica un’interpretazione dinamica e un’integrazione con strumenti partecipativi che riflettano le esigenze di una società civile sempre più attenta e consapevole del proprio ruolo nella vita pubblica.
L’obiettivo è quello di superare un modello di regionalismo troppo formale e burocratico, a favore di una governance più inclusiva e partecipata, capace di rispondere in modo più efficace alle sfide del territorio ligure.








