La campagna elettorale a Genova è stata caratterizzata da un livello di aggressività senza precedenti, con accuse personali e tentativi di delegittimazione della candidatura di Silvia Salis per la carica di sindaco. Queste azioni non sono solo indignanti, ma anche rivelatrici delle debolezze dei propri avversari.Le accuse infamanti rivolte da alcuni membri del Comune di Genova a Silvia Salis hanno finito per danneggiare la credibilità degli stessi accusatori. La loro tentazione di cancellare post e rettificare le proprie dichiarazioni ha solo evidenziato il bisogno disperato di occultare le proprie responsabilità.È significativo notare come i critici di Salis siano stati in grado di pubblicare foto della candidata con suo figlio, senza neanche prendersi la briga di oscurarne il viso. Questa condotta è tutt’altro che professionale e lascia intravedere una vera e propria mancanza di rispetto per l’avversaria.Inoltre, l’accusa infamante avanzata da un assessore del Comune di Genova per poi essere cancellato ha dimostrato il tentativo disperato dei suoi autori di coprire le proprie azioni. Tuttavia, come sottolinea Salis, “non basta cancellarli”, una volta che queste accuse sono state fatte, restano a gravare sulla reputazione degli accusatori.Questa campagna elettorale è andata al di là dei limiti della politica civile, ed è essenziale che i genovesi siano consapevoli di questo stato di cose. Sarà perciò fondamentale esprimere una scelta consapevole alle prossime elezioni e scegliere il candidato che meglio rappresenta i valori della città.
A Genova, la campagna elettorale è andata al di là dei limiti con accuse infamanti e aggressività senza precedenti.
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