L’assestamento di bilancio che il Comune di Genova si appresta ad approvare il 17 luglio, destinato alla successiva votazione in aula consiliare, introduce una significativa revisione delle imposte locali, con implicazioni rilevanti per il mercato immobiliare e il tessuto abitativo della città.
L’intervento più incisivo riguarda l’Imu applicata agli immobili concessi in affitto a canone concordato, che subirà un incremento sostanziale, passando dallo 0,78% all’1,06%.
Questa variazione, quantificabile in una media di 190 euro per singola unità abitativa, rappresenta una modifica significativa rispetto alla situazione precedente e si inserisce in un quadro di ristrettezze finanziarie che l’amministrazione comunale si trova a fronteggiare.
La decisione, anticipata da fonti giornalistiche, è emersa da un confronto tra l’assessore al Bilancio, Alessandro Terrile, l’assessore alla Casa, Davide Patrone, e rappresentanti sindacali degli inquilini.
L’obiettivo primario è quello di colmare un deficit di 5 milioni di euro, parte di un quadro più ampio di 50 milioni di risorse mancanti, necessarie per garantire l’equilibrio finanziario dell’ente pubblico entro il 2025.
L’adeguamento fiscale colpirà circa 27.
000 immobili, configurandosi di fatto come una riduzione dell’agevolazione precedentemente riconosciuta.
Questa scelta, pur mirata a risollevare le casse comunali, si colloca in un contesto di crescenti tensioni.
La giunta Salis, attualmente sotto scrutinio da parte dell’opposizione politica e delle associazioni di categoria dei proprietari immobiliari, sta cercando di bilanciare l’urgenza di risanare le finanze pubbliche con la necessità di mantenere un certo grado di sensibilità verso le esigenze dei cittadini e degli operatori economici.
Parallelamente all’aumento dell’Imu, l’amministrazione comunale ha previsto l’allocazione di 250.
000 euro per il potenziamento del fondo dedicato alla morosità incolpevole.
Questa iniziativa, seppur di portata più limitata rispetto alla revisione dell’Imu, testimonia l’impegno dell’amministrazione nel sostenere le famiglie in difficoltà economica e nel prevenire l’esclusione abitativa.
La combinazione di queste due misure – l’aumento dell’Imu per gli affitti concordati e il finanziamento del fondo anti-morosità – riflette un tentativo complesso di navigare le sfide economiche e sociali che Genova si trova ad affrontare, generando al contempo un dibattito pubblico intenso e potenzialmente polarizzato.
L’intervento si preannuncia come un banco di prova cruciale per l’amministrazione, esaminando la sua capacità di conciliare necessità finanziarie urgenti con la sostenibilità sociale delle politiche abitative.