La Liguria vara una misura innovativa a sostegno delle donne che hanno subito violenza, un segnale tangibile di impegno regionale volto a ricostruire autonomia e sicurezza, spesso compromesse dalla condizione di dipendenza economica imposta dal ciclo della violenza.
L’Assemblea Legislativa ligure, in una dimostrazione di unità politica che trascende le divisioni ideologiche, ha approvato una legge che istituisce un fondo dedicato, destinato a fornire un reddito di libertà di 500 euro mensili per un periodo variabile da uno a tre anni.
Questo investimento iniziale di 100.000 euro rappresenta un primo passo verso la creazione di una rete di supporto concreto, mirato a garantire alle vittime la possibilità di ricostruire la propria esistenza al di fuori del controllo violento.
La misura, promossa da Alleanza Verdi e Sinistra, non si limita a un gesto simbolico, ma si pone come risposta a una crescente emergenza sociale.
L’incremento del 100% delle chiamate ai centri antiviolenza liguri nel corso del 2024, un dato allarmante che riflette la reale portata del problema, evidenzia la necessità impellente di risorse dedicate.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin, tragico evento che ha scosso l’opinione pubblica, ha contribuito a rompere il silenzio e a incoraggiare molte donne a cercare aiuto, ma ha anche messo in luce la carenza di interventi strutturali a livello nazionale.
La capogruppo di Avs in Consiglio regionale, Selena Candia, sottolinea che questa legge non è solo un provvedimento economico, ma un atto di responsabilità istituzionale.
L’obiettivo primario è offrire alle donne non solo un sostegno finanziario, ma soprattutto la possibilità di progettare un futuro indipendente, libero dalla paura e dalla sottomissione.
La dipendenza economica è spesso un vincolo invisibile, che impedisce alle vittime di sottrarsi alla violenza.
Spezzare questa catena significa restituire loro la dignità e il controllo sulla propria vita.
La consigliera di Fdi, Veronica Russo, evidenzia come la tutela delle donne non sia una questione di partito, ma un imperativo morale.
La collaborazione tra forze politiche diverse dimostra che la lotta contro la violenza di genere è un obiettivo condiviso, che richiede un impegno collettivo.
La legge prevede l’attivazione di protocolli operativi con l’INPS e altri enti competenti per garantire un’implementazione efficace e coordinata.
La dichiarazione di urgenza della legge ne accelera l’entrata in vigore, rendendo immediatamente disponibili le risorse per le donne che ne hanno bisogno.
La misura si inserisce in un contesto più ampio di riflessione e azione per contrastare la violenza di genere, promuovendo la cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della solidarietà.
L’auspicio è che questa iniziativa possa servire da modello per altre regioni, contribuendo a creare una rete nazionale di supporto per le donne vittime di violenza, un passo fondamentale per costruire una società più giusta e sicura per tutti.





