domenica 5 Ottobre 2025
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Ministero del Futuro: una sfida per la politica italiana.

L’idea di un Ministero del Futuro, come proposta dalla sindaca di Genova, Silvia Salis, rappresenta una provocazione necessaria per rimettere in discussione l’orizzonte temporale dell’azione politica italiana.
Non si tratta semplicemente di creare un’ulteriore struttura amministrativa, bensì di inaugurare un nuovo paradigma di governance, capace di trascendere l’immediatezza del presente e proiettarsi verso le sfide e le opportunità del domani.
Il difetto strutturale della politica contemporanea, evidenziato dalla sindaca, è l’ossessiva ricerca del consenso, un’inseguimento che la costringe a concentrarsi sulle problematiche contingenti, relegando la visione a lungo termine in una posizione marginale.

L’azione politica, per sua natura, deve affrontare le esigenze immediate, ma non può permettersi di sacrificare il futuro sull’altare del consenso popolare.
Il Ministero del Futuro non dovrebbe operare in isolamento, ma fungere da catalizzatore, collaborando attivamente con le altre istituzioni governative, fornendo una valutazione strategica e prospettica sulle politiche in atto.

In particolare, la sua competenza dovrebbe estendersi alla verifica dell’impatto a lungo termine di grandi opere infrastrutturali e iniziative strategiche, garantendo che queste siano sostenibili e coerenti con gli obiettivi di sviluppo a lungo termine del paese.
La vera sfida risiede nella capacità di generare scelte coraggiose, spesso impopolari nel breve periodo, ma essenziali per il benessere delle generazioni future.
Questo implica investimenti in ricerca e sviluppo, transizione energetica, riqualificazione del capitale umano e promozione di modelli di produzione e consumo sostenibili.
La sindaca Salis sottolinea la necessità di abbandonare la logica del “taglio del nastro”, un gesto simbolico che celebra un risultato immediato, ma che spesso maschera una mancanza di visione strategica.

Governare, al contrario, significa proiettare la propria azione verso un futuro in cui le scelte odierne siano giudicate non per l’applauso che suscitano nel presente, ma per i benefici che generano nel tempo.

Significa lasciare un’eredità positiva, un patrimonio di opportunità e prosperità per coloro che verranno dopo di noi.
L’istituzione di un Ministero del Futuro non è un mero esercizio di burocrazia, ma un atto di responsabilità politica, un impegno a superare gli orizzonti del presente e a costruire un futuro migliore per l’Italia.
Un futuro che esige lungimiranza, coraggio e una profonda consapevolezza del nostro ruolo come custodi del domani.

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