Durante la seduta odierna del Consiglio Regionale ligure, il consigliere Gianni Pastorino, esponente di Linea Condivisa – Lista Orlando, ha suscitato un vivace dibattito attraverso un gesto simbolico: l’indossare una maglietta che combinava la bandiera palestinese con la celebre dicitura “You are now entering Free Derry”.
La scelta iconografica non è casuale, ma rimanda a un capitolo doloroso della storia nordirlandese, un monito di resistenza e autodeterminazione.
La frase, apparsa per la prima volta nel gennaio 1969 su un muro di Bogside, quartiere di Derry, rappresenta molto più di un semplice cartello.
Bogside, da decenni epicentro di tensioni tra la comunità cattolica, aspirante a un’identità nazionale irlandese, e il potere britannico, si era progressivamente isolata, reclamando uno spazio di autonomia, una sorta di enclave “libera” al di fuori del controllo delle forze dell’ordine e dell’esercito.
La scritta, quindi, incarnava la rivendicazione di una sovranità popolare, una difesa dell’identità e una sfida all’autorità percepita come oppressiva.
Il gesto di Pastorino si inserisce in un contesto di crescente sensibilità e attivismo a sostegno della popolazione palestinese, e arriva in un momento particolarmente delicato, segnato da un’escalation di violenza e da un acceso dibattito pubblico.
Coincide inoltre con la presentazione da parte dell’opposizione di un ordine del giorno volto a proteggere la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa umanitaria che mira a rompere il blocco di Gaza.
La discussione, rapidamente degenerata in uno scontro acceso tra i consiglieri Stefano Giordano (Movimento 5 Stelle) e Laura Lauro (Fratelli d’Italia), ha evidenziato le profonde divisioni che attraversano il Consiglio Regionale e la società ligure in merito alla questione palestinese.
Le accuse reciproche, tra cui quella di Giordano che definisce l’amministrazione regionale complice delle azioni di Netanyahu, e la replica altrettanto veemente di Lauro che etichetta Giordano come “violento”, rivelano l’intensità delle passioni e le difficoltà nel trovare un terreno comune per un dialogo costruttivo.
Il gesto di Pastorino, lungi dall’essere un mero atto di provocazione, si configura come un richiamo all’importanza di una riflessione critica sulle dinamiche di potere, sulla giustizia sociale e sulla necessità di sostenere le popolazioni oppresse, richiamando parallelismi storici e invocando i principi di autodeterminazione e resistenza pacifica che hanno caratterizzato la lotta per i diritti civili in contesti diversi, dalla Nord Irlanda alla Palestina.
Il Consiglio Regionale, attraverso questo episodio, si è trovato a confrontarsi con un nodo complesso, che esula dalle semplici dinamiche politiche locali e si inserisce in un panorama globale segnato da conflitti e disuguaglianze.