Le recenti indiscrezioni relative a una potenziale revisione tariffaria dei pedaggi autostradali, con un aumento previsto fino al 6%, e alla richiesta di Autostrade per l’Italia per una proroga della concessione di ulteriori sei anni, sollevano interrogativi cruciali per la collettività ligure e non solo.
Queste prospettive, presentate al vaglio delle istituzioni attraverso interrogazioni parlamentari e regionali, si scontrano con una realtà autostradale caratterizzata da una cantieristica cronica e da disservizi persistenti.
La situazione della Liguria, in particolare, appare contraddittoria.
Una regione dove l’infrastruttura autostradale è diventata sinonimo di cantiere permanente, dove il diritto alla mobilità è costantemente limitato da lavori in corso, deviazioni e rallentamenti, non può legittimamente sostenere un aumento dei costi per gli utenti.
Un incremento tariffario, in questo contesto, non rappresenterebbe solo un aggravio economico, ma una vera e propria beffa per i cittadini e le imprese locali, già gravati da anni di disagi e penalizzazioni.
L’aumento dei pedaggi si tradurrebbe in un onere maggiore per le famiglie, che vedrebbero incrementati i costi dei loro spostamenti, e per le imprese, che dovrebbero affrontare spese più elevate per il trasporto di merci e persone.
Questo, a sua volta, inciderebbe negativamente sulla competitività del territorio e sulla qualità della vita.
La richiesta di proroga della concessione per Autostrade per l’Italia, sebbene presentata come un elemento di continuità, necessita di una valutazione rigorosa alla luce delle performance erogate.
La gestione delle infrastrutture autostradali non può essere un mero atto amministrativo, ma deve essere guidata da un principio di responsabilità nei confronti dei cittadini e delle imprese che ne usufruiscono.
È imperativo che il Governo e la Regione si esprimano chiaramente sulla legittimità di questa manovra progettuale, verificando se siano a conoscenza del piano economico di Autostrade e se ne condividano gli obiettivi.
Al di là delle dichiarazioni di intenti, è fondamentale che si intraprendano azioni concrete per tutelare il diritto alla mobilità, garantendo la manutenzione efficiente delle infrastrutture esistenti e programmando interventi mirati a migliorare la fluidità del traffico.
Piuttosto che un aumento dei pedaggi, la priorità dovrebbe essere rivolta alla sospensione temporanea o, quantomeno, alla riduzione delle tariffe nei tratti autostradali interessati da una cantieristica prolungata e significativa.
Questa misura rappresenterebbe un segnale tangibile di attenzione verso le esigenze dei cittadini e delle imprese, e contribuirebbe a ristabilire un rapporto di fiducia tra i concessionari e la comunità.
La questione non è solo economica, ma di giustizia sociale e di responsabilità istituzionale.