L’episodio contestato durante Roma-Genoa, conclusa con il punteggio di 3-0 a favore dei giallorossi, solleva una riflessione cruciale sull’applicazione del rigore in situazioni di contatto involontario e la sua corretta interpretazione a campo aperto e in revisione VAR.
L’arbitro in campo, Di Bello, inizialmente non ha indicato il calcio di rigore, decisione poi confermata, in maniera erronea, dall’intervento del VAR e dell’AVAR.
La vicenda è stata sottoposta ad analisi dettagliata nel format settimanale “Open VAR”, promosso congiuntamente dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA) e dalla Lega Serie A, e trasmesso in esclusiva su Dazn. L’obiettivo di questa iniziativa, che si svolge ogni martedì pomeriggio, è quello di rendere più trasparenti i processi decisionali arbitrali e di contribuire alla formazione degli ufficiali di gara.
Gianluca Rocchi, designatore arbitrale della CAN, ha spiegato che l’azione, sebbene involontaria nel movimento di Svilar, configura una violazione delle norme di gioco.
La dinamica del contatto, che ha visto il portiere avversario in ritardo e il difensore Ostigard impattare con il proprio volto, rientra nei casi punibili con l’assegnazione del rigore.
L’errore, nella valutazione iniziale, risiede nell’aver sottovalutato la gravità del contatto, non considerando come elemento decisivo la posizione di svantaggio del difensore e la consequenziale perdita di controllo che ha portato all’impatto con il volto dell’avversario.
L’intervento del VAR, in questo frangente, avrebbe dovuto portare all’annullamento della decisione in campo, ma si è rivelato altrettanto fallace.
Questo episodio evidenzia la complessità dell’interpretazione delle norme arbitrali, soprattutto in situazioni di contatto ravvicinato e ad alta velocità.
L’Open VAR rappresenta un tentativo di bilanciare la necessità di garantire l’accuratezza delle decisioni con la trasparenza nei confronti dei tifosi e degli addetti ai lavori, promuovendo un dibattito costruttivo e contribuendo a una maggiore consapevolezza delle sfide che gli arbitri devono affrontare quotidianamente.
La corretta applicazione del regolamento, infatti, non si limita alla semplice lettura delle regole, ma richiede una profonda comprensione della dinamica del gioco e una valutazione accurata delle circostanze specifiche.






