venerdì 25 Luglio 2025
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Sergio Viganò: il fisioterapista che ha curato il calcio italiano.

La scomparsa di Sergio Viganò, figura emblematica nel panorama della fisioterapia sportiva italiana, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo ha conosciuto e apprezzato.
Le parole di Roberto Mancini, ex capitano e simbolo di un’epoca d’oro per la Sampdoria, offrono una finestra sulla profondità del rapporto che legava il massofisioterapista al mondo del calcio.

Non era semplicemente un professionista, ma una presenza familiare, un punto di riferimento, quasi un fratello maggiore per molti atleti.
Viganò, soprannominato affettuosamente “Viga”, incarnava una dedizione assoluta al suo mestiere.

La sua maestria nel massaggio, un’arte che combinava tecnica impeccabile, conoscenza profonda dell’anatomia e un’innata sensibilità, ha contribuito in maniera determinante al successo di innumerevoli calciatori.
La sua influenza trascendeva i confini del campo di gioco, estendendosi alla sfera umana e professionale.
Il contributo di Viganò al calcio italiano non può essere quantificato unicamente in termini di trofei vinti, seppur questi siano stati numerosi.
La sua capacità di individuare e risolvere problematiche muscolari, di prevenire infortuni e di preparare gli atleti al meglio delle loro possibilità, ha rappresentato un fattore cruciale per la performance sportiva.
Molti giocatori, lo riconoscono, avrebbero faticato a raggiungere il loro pieno potenziale senza il suo supporto costante e la sua competenza.

La figura di Viganò, dunque, si configura come quella di un artefice silenzioso, un custode del benessere degli atleti, un uomo che ha saputo coniugare la scienza del movimento con l’empatia e la comprensione delle esigenze individuali.

Il suo approccio non era meramente terapeutico, ma olistico, volto a curare non solo il corpo, ma anche lo spirito dello sportivo.

La sua eredità, oltre alla tecnica impeccabile, risiede nell’aver trasmesso valori di dedizione, professionalità e umanità, che continueranno a ispirare le nuove generazioni di fisioterapisti sportivi.
La sua scomparsa segna la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di un ricordo che vivrà nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarlo.

Un pezzo di storia del calcio italiano si è spento, lasciando un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.

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