Lo Spezia affonda, e le crepe nella gestione tecnica di Luca D’Angelo si allargano a vista d’occhio.
La pesante sconfitta subita contro un Palermo in netta ascesa segna la quarta battuta d’arresto in un percorso di campionato ormai segnato da inquietudini.
La rete inframmezzata dal ritrovato Lapadula, autore del suo terzo gol in tre apparizioni, si rivela un pallido tentativo di arginare un declino che affonda le radici in una serie di errori strutturali.
Il primo tempo si configura come un’amara fotografia delle fragilità dello Spezia.
La squadra, priva di un’adeguata copertura difensiva, si dimostra vulnerabile sulle palle inattive.
Pohjanpalo, astutamente posizionato, si inserisce alle spalle della linea difensiva, sfruttando una disattenzione che permette un tiro preciso e inarrestabile per Sarr.
La reazione dei padroni di casa si rivela timida e priva di concretezza; il primo segnale di pericolo da parte dello Spezia giunge a riposo, un eloquente sintomo di una squadra incapace di imporre il proprio gioco.
La fragilità dello Spezia non si limita alla fase difensiva.
La gestione delle palle ferme si rivela un ulteriore elemento di debolezza, culminando nel raddoppio ospite.
Una respinta corta, interpretata male dalla difesa spezzina, libera Pierozzi che, con un tiro preciso, trafigge l’area di rigore locale.
Solo nel finale, un rigore trasformato da Lapadula, su una precedente parata di Joronen che aveva anticipato Esposito, accende una flebile speranza, subito svanita.
La presenza sugli spalti del presidente americano Charlie Stillitano testimonia l’attenzione verso una realtà calcistica in profonda crisi.
L’imminente finestra di mercato e le prossime settimane saranno cruciali per il futuro dello Spezia.
La squadra, che nella scorsa stagione si è avvicinata alla Serie A, necessita urgentemente di una profonda revisione tattica e di un intervento volto a infondere nuova linfa vitale in un ambiente appesantito da risultati negativi e preoccupazioni crescenti.
La necessità di una “scossa” non è più una semplice constatazione, ma un imperativo per evitare un declino ancora più marcato.
Si tratta di comprendere le cause profonde di questo momento difficile, non limitandosi a semplici rimedi superficiali, ma intervenendo con coraggio e lungimiranza per restituire al club un futuro più solido e promettente.






