12 gennaio 2025 – 16:32
Dopo quasi tre settimane di detenzione nel carcere di Evin in Iran, Cecilia Sala, giovane giornalista italiana, finalmente fa ritorno a casa l’8 gennaio. La sua permanenza in Iran era legata a un’inchiesta sulle condizioni delle donne nel Paese, ma è stata arrestata per presunte violazioni delle leggi locali, secondo quanto riferito dalle autorità di Teheran. Si ipotizza che il suo arresto sia stato una rappresaglia dopo l’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi, un informatico iraniano di 38 anni bloccato il 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti per l’estradizione. Abedini è accusato di aver contrabbandato componenti per droni a favore dei Guardiani della Rivoluzione.Le tempistiche dei due arresti fanno sorgere dubbi sulle connessioni tra i due casi. Abedini è stato detenuto nel carcere milanese di Opera in regime di massima sicurezza su richiesta degli Stati Uniti, che lo accusano di associazione a delinquere con fini terroristici e cospirazione per esportare componenti elettronici. Gli USA sostengono che Abedini abbia supportato materialmente le Guardie della Rivoluzione islamica, causando la morte di tre militari americani in un attacco con drone in Giordania.Il 19 dicembre, Sala viene fermata dai pasdaran a Teheran mentre si trovava lì con regolare visto per raccogliere materiale per il suo podcast Stories. La notizia del suo arresto diventa pubblica otto giorni dopo il fermo, quando si trova isolata nel carcere di Evin insieme ai dissidenti politici. Inizialmente non sono chiari i motivi dell’arresto e si parla solo di comportamenti illegali generici.L’ambasciatrice d’Italia a Teheran visita Sala in prigione per verificare le sue condizioni: la giornalista è in buona salute ma non riceve i beni essenziali promessile dal ministro degli Esteri iraniano Tajani. Si scopre presto che l’arresto della giornalista è collegato a quello di Abedini Najafabadi: quest’ultimo avrebbe passato componenti per assemblare droni iraniani Shahed a Teheran, responsabili dell’attacco in Giordania che ha ucciso tre soldati americani.La premier italiana sorprende tutti recandosi a MaraLago il 2 gennaio per incontrare il presidente eletto Donald Trump e discutere della vicenda Sala. Il giorno successivo, l’ambasciatrice Amadei viene convocata dal ministero degli Esteri iraniano che critica l’arresto di Abedini come illegale.La liberazione della giornalista ha aperto nuove possibilità diplomatiche anche per Abedini Najafabadi, che aveva chiesto gli arresti domiciliari. Solo una richiesta del Guardasigilli Nordio poteva portare alla sua liberazione: la richiesta è stata depositata alla Corte d’appello di Milano e dispone la scarcerazione immediata dell’uomo iraniano.