Nel corso dell’anno 2024, il servizio di audiology infantile del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Città di Castello ha esaminato un totale di 55 bambini utilizzando l’Auditory Brainstem Response (ABR), uno strumento diagnostico particolarmente utile per identificare perdite uditive permanenti, sia neurosensoriali che trasmissive, specialmente nei neonati e nei bambini con difficoltà a collaborare con i test tradizionali. Queste analisi sono state condotte all’interno di un programma di screening audiologico neonatale universale suddiviso in tre livelli, attivato in tutti gli ospedali regionali per affrontare il problema della mancata identificazione e riabilitazione precoce delle ipoacusie congenite. Il piano di screening è stato istituito sulla base della delibera n. 789 approvata dalla Giunta Regionale dell’Umbria il 21 maggio 2007.Dai dati raccolti risulta che 12 dei 55 bambini esaminati non hanno superato lo screening del primo livello (identificazione presso il punto di nascita di ipoacusie congenite entro il primo mese di vita), mentre 13 sono stati classificati come sorveglianza audiologica. Inoltre, 30 bambini sono stati direttamente ammessi al secondo livello (garanzia di diagnosi) in considerazione della presenza di fattori di rischio audiologico. Tra gli esami condotti, 34 hanno riguardato bambini inviati dal servizio di riabilitazione dell’età evolutiva per ritardo del linguaggio. Due pazienti sono stati sottoposti con successo a protesizzazione acustica in seguito al riconoscimento di ipoacusia neurosensoriale bilaterale di grado moderato/severo, con un adeguamento protesico positivo.Gli esiti del 2024 presentano una similarità numerica rispetto agli anni precedenti. Lucia Calzolaro, dirigente medico del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Città di Castello, chiarisce attraverso una nota che il compito del servizio non si limita alla diagnosi ma anche all’informazione delle famiglie dei bambini identificati con ipoacusia. Inoltre, la proposta di prescrizione protesica segue sempre le competenze del reparto e così pure l’adeguamento protesico a seguito della diagnosi. Gli esami di audiometria comportamentale rappresentano il gold standard diagnostico in audiology infantile in quanto forniscono non solo informazioni sulle capacità uditive ma anche sulla percezione, comprensione e reazione allo stimolo acustico, rivelando le capacità cognitive e psicomotorie del piccolo paziente.A livello regionale, i dati epidemiologici hanno evidenziato una prevalenza annuale della sordità pari all’1,9% nella popolazione neonatale, il 4,1% nei bambini con fattori di rischio, tra cui il 3,8% di tutti i nati vivi. Ciò ha consentito di stabilire che la diagnosi e l’avvio della terapia avvengono per lo più a circa 5,3 mesi dalla nascita in bambini affetti da ipoacusia congenita e a circa 11 mesi nei bambini ricoverati nelle terapie intensive neonatali.