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Il canto della libertà si fa largo malgrado i divieti, polemiche su Bella ciao

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Il 25 aprile a Romano di Lombardia, provincia di Bergamo, il corteo si fa trasportare dal ritmo di “Bella ciao”, malgrado il divieto imposto dall’amministrazione comunale per osservare le indicazioni in merito alla sospensione delle attività durante il periodo di lutto nazionale per la scomparsa del Papa. Walter Torioni, presidente dell’Anpi di Romano di Lombardia, commenta con ironia le difficoltà incontrate nel rintracciare le disposizioni ufficiali emanate dal governo e dalle prefetture in merito al tema. Tuttavia, sottolinea che non vi sono specifiche norme che vietino la musica del canto, che è spesso considerato un inno di amore verso la libertà e il proprio popolo. In questo contesto emerge come il valore culturale e storico di “Bella ciao” sia ancora oggi oggetto di dibattito. Mentre alcuni lo considerano un semplice canto di lotta, altri lo vedono come un simbolo profondo della resistenza e dell’aspirazione al benessere collettivo. Nel corso degli anni la sua rilevanza è aumentata fino a diventare una sorta di inno nazionale per alcuni e un simbolo delle lotte operaie per altri. Questo atteggiamento ambivalente verso il canto rappresenta uno dei principali nodi del dibattito sulla sua natura e importanza culturale.

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