In tribunale, Pietro Genovese affronta le accuse di evasione fiscale durante la detenzione domiciliare.

21 febbraio 2024 – 17:12

Il ventenne Pietro Genovese è stato deferito dal Tribunale di Roma per il reato di evasione dai domiciliari, dopo essere stato condannato definitivamente a cinque anni e quattro mesi di carcere per l’omicidio stradale di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, le due giovani romane travolte e uccise la sera del 22 dicembre 2019 su corso Francia. Il processo è stato fissato per il prossimo 20 marzo. La vicenda risale al 16 gennaio 2022, quando i carabinieri della compagnia Parioli si sono recati sotto casa della famiglia di Genovese nel quartiere Trieste per un controllo di routine. Nonostante avessero il telefono cellulare dell’indagato, non hanno tentato di contattarlo e dalle telecamere del palazzo non risulta che Genovese abbia lasciato l’abitazione. La mancata risposta al citofono ha portato all’accusa di evasione.L’avvocato Gianluca Tognozzi, difensore di Genovese, ha sottolineato in aula che non esistono prove video dell’uscita di casa dell’imputato e quindi non vi è certezza riguardo all’accusa di evasione. La difesa si basa sulla mancanza di prove concrete che dimostrino la violazione dei domiciliari da parte del giovane.Il caso continua a destare interesse e polemiche nell’opinione pubblica, mentre la famiglia delle vittime attende giustizia per la perdita delle loro figlie in quel tragico incidente stradale. La complessa vicenda legale intorno a Pietro Genovese si evolve con nuovi sviluppi, mentre la ricerca della verità procede tra interrogativi e dubbi sulla sua presunta fuga dai domiciliari.

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