26 febbraio 2025 – 20:01
Nell’autunno scorso è stato avviato un’indagine dai carabinieri di Aosta a seguito di una segnalazione riguardante un sacchetto di pietre ornamentali sospette. Queste pietre, acquistate al di fuori della Valle, hanno condotto gli inquirenti fino alla fonte: la cava gestita dai fratelli Renato e Marino Dal Bosco a Issogne, e successivamente anche alla cava Priod nelle vicinanze. A partire da lunedì pomeriggio, entrambi i siti sono stati posti sotto sequestro precauzionale su ordine del giudice che ha accolto la richiesta della procura, sigillando le due cave dove viene estratto il pregiato marmo verde.Le forze dell’ordine, in collaborazione con la procura, stanno ipotizzando una serie di reati ambientali e violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro, concentrandosi soprattutto sulla possibilità che nelle cave possa esserci una pericolosa presenza di amianto dannoso per la salute. Le indagini coinvolgono 13 persone tra cui i proprietari dei due siti estrattivi e un funzionario regionale dell’assessorato alle Opere pubbliche, Luigi Pietro Bianchetti, già interrogato dalla procura nei giorni precedenti.Le accuse formulate spaziano dall’inquinamento ambientale alla frode commerciale e altre violazioni connesse all’attività estrattiva. La situazione si fa sempre più complessa e delicata man mano che emergono dettagli su presunte irregolarità legate alla gestione delle cave e alla tutela dell’ambiente circostante. Resta da capire quale sarà l’esito delle indagini e quali provvedimenti saranno adottati nei confronti degli indagati coinvolte in questa intricata vicenda che mette in discussione non solo la legalità delle attività estrattive ma anche la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.
