Il settore turistico italiano è al centro di un’analisi che rivela la presenza diffusa della criminalità organizzata, con un giro d’affari stimato intorno ai 3,3 miliardi di euro. Questo studio condotto da Demoskopika e reso noto dall’ANSA mette in luce come le varie organizzazioni criminali, tra cui la ‘ndrangheta, la camorra e la mafia, abbiano infiltrato in modo significativo l’economia legale del Paese. In particolare, i dati mostrano che la ‘ndrangheta detiene il primato con un fatturato di 1 miliardo e 650 milioni di euro, seguita dalla camorra con 950 milioni e dalla mafia con 400 milioni.L’analisi si basa su informazioni provenienti da fonti autorevoli come Unioncamere, Direzione Investigativa Antimafia e Banca d’Italia, evidenziando come queste attività illegali rappresentino una minaccia per circa 7mila imprese attive in Italia. Le regioni più a rischio di infiltrazione criminale nel settore turistico sono identificate come Campania, Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia ma anche Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Calabria.La vulnerabilità delle imprese turistiche è evidenziata dai numeri: confiscazioni di alberghi e ristoranti collegati alla criminalità organizzata, richieste di inchieste antimafia e operazioni finanziarie sospette. La situazione è particolarmente critica in Campania dove si registra il massimo punteggio di infiltrazione economica nel comparto turistico.Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, sottolinea che il turismo italiano è sotto attacco da parte delle varie organizzazioni criminali che cercano di controllare settori chiave dell’ospitalità. La fragilità imprenditoriale unita a debiti erariali e prestanome legati ai clan rendono molte aziende vulnerabili all’influenza della criminalità organizzata. Eventi internazionali futuri come le Olimpiadi del 2026 a Milano-Cortina e il Giubileo del 2025 aumentano ulteriormente il rischio di infiltrazioni criminali nel settore turistico italiano.
Infiltrazioni criminali nel turismo italiano: analisi svela presenza diffusa della mafia
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