Gli infortuni sul lavoro nel settore agricolo in Puglia sono stati significativamente ridotti del 2,2% tra il 2023 e il 2024, attestandosi a quota 2.174 rispetto ai 2.224 dell’anno precedente. Tuttavia, secondo Coldiretti Puglia, questa tendenza positiva deve essere accompagnata da una maggiore consapevolezza del rischio che ancora oggi caratterizza questo settore, dove la sicurezza sul lavoro costituisce un obiettivo prioritario.Secondo Romano Magrini, responsabile per il lavoro di Coldiretti, “la sicurezza è prima di tutto una questione culturale. Non ci potrà mai essere una prevenzione efficace se non si sviluppa in ogni lavoratore e cittadino una piena consapevolezza del rischio”. Coldiretti sottolinea che nell’ambito agricolo le criticità emergono con particolare evidenza a causa dell’età avanzata degli operatori, della vetustà dei macchinari, della conformazione difficile dei terreni e dell’autonomia gestionale degli imprenditori agricoli. Tutti fattori che contribuiscono a innalzare il rischio di infortuni, nonché quelli mortali.In termini di denunce per casi di infortunio, se si considerano gli ultimi trent’anni, le stime passano da oltre 123mila del 1995 alle 24mila dello scorso anno. Questo rappresenta un calo notevole di quasi centomila denunce. Tuttavia, l’incidenza resta particolarmente alta tra i lavoratori autonomi (2,68% contro l’1,24% dei dipendenti), soprattutto nei titolari di età superiore ai 60 anni che guidano macchinari obsoleti e spesso si trovano isolati sul posto di lavoro.Anche i lavoratori dipendenti, in particolare quelli a tempo determinato e stranieri, sono esposti a maggiori rischi, poiché difficilmente riescono ad accedere a una formazione efficace nei brevi periodi di assunzione. La sfida del settore agricolo non è solamente tecnologica o strumentale, ma anche e soprattutto culturale.Secondo i dati forniti da Coldiretti Puglia, negli ultimi trent’anni le denunce per casi di infortunio sul lavoro sono state significativamente ridotte. Ciò è particolarmente evidente quando si confrontano i dati del 1995 con quelli dello scorso anno: passati da oltre 123mila a soli 24mila.La maggior parte delle vittime di infortunio sul lavoro nel settore agricolo sono i lavoratori autonomi, soprattutto gli imprenditori maggiorenni che operano con macchinari obsoleti e si trovano isolati sul luogo di lavoro. Questo gruppo è particolarmente vulnerabile a causa della loro età avanzata, della difficoltà di accedere a una formazione adeguata e dell’assenza di un sostegno strutturale nel settore.I lavoratori dipendenti, in particolare quelli con contratti a tempo determinato o stranieri, sono anch’essi esposti a maggior rischi. Ciò è dovuto alla loro scarsa possibilità di accedere a una formazione adeguata e al fatto che spesso i loro contratti hanno scadenze brevi.La sfida del settore agricolo non si limita alle tecnologie o ai dispositivi, ma richiede soprattutto un approccio culturale. È necessario aumentare la consapevolezza dei rischi e sviluppare una cultura della sicurezza che coinvolga tutti i soggetti interessati.Secondo Coldiretti Puglia, il problema del settore agricolo è anche collegato alla crisi climatica e ambientale, che richiede di essere affrontata con misure efficaci per proteggere l’ambiente e garantire la sicurezza dei lavoratori.