La Divina Commedia Opera Musical conquista Cina, un ponte culturale tra Oriente e Occidente

I confini geografici sono destinati a scomparire quando l’arte e la cultura si presentano con un linguaggio universale come quello della Divina Commedia, che in questi giorni entra nel cuore dell’Asia per conquistare il pubblico cinese. Il kolossal teatrale ‘La Divina Commedia Opera Musical’ è diretto da Andrea Ortis che ha anche scritto i testi con Gianmario Pagano e prodotto da Francesco Gravina per Mic International Company, che ha commissionato le musiche a monsignor Marco Frisina. Una produzione italo-cinese che si presenta come un’avventura in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso, dove 60 artisti italiani coinvolti hanno saputo abbracciare la parola dantesca, portandola a toccare i sentimenti di tutti.L’opera teatrale rappresenta un evento culturale storico che ha come obiettivo quello di raggiungere l’unità tra due civiltà millenarie attraverso la cultura italiana e il capolavoro dantesco, mentre l’Asia è rappresentata dalla sua antica filosofia e letteratura. Si tratta quindi di un dialogo tra due mondi che sembrano essere molto lontani e dove la lingua italiana ha giocato un ruolo centrale nella nascita della cultura italiana.La Divina Commedia è infatti considerata uno dei capolavori più importanti della letteratura mondiale, grazie ai suoi temi universali come giustizia, redenzione e destino umano. È il libro che ha contribuito a formare l’identità culturale italiana.La Divina Commedia Opera Musical è una produzione teatrale unica che si presenta come un viaggio spirituale attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso: è un evento che richiama la storia della Via della Seta e del famoso viaggiatore Marco Polo, che portò con sé l’amicizia tra gli italiani e i cinesi. Il viaggio rappresenta anche l’espressione di ciò che vuole fare il kolossal teatrale: una sorta di dialogo culturale tra due popoli.”La bellezza è un ponte che non può mai crollare”, ha detto Andrea Ortis, il regista e sceneggiatore del musical. “Non portiamo solo un musical in Cina ma la cultura italiana: l’identità attraverso Dante e la lingua. È una possibilità per noi di dialogare con due civiltà millenarie”.