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La festa del ’45 si trasforma in un’altra questione di potere diviso tra unità e ideologie.

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Il 25 aprile: una ricorrenza ambivalente nel dibattito politico italiano. È sorprendente come il centrodestra riesca a confondere le acque quando parla di celebrazioni “divisive” di questa data, che dovrebbe essere un simbolo di unità nazionale e condivisione dei valori democratici.È possibile che alcuni interpretino queste parole come una critica alla riconquista della democrazia e delle libertà garantite dalla Costituzione? No, non è così. Il centrodestra si riferisce alle modalità di celebrazione del 25 aprile, non al suo significato fondante.Le manifestazioni che accompagnano questa ricorrenza nel corso degli anni sono sempre più inframmezzate da scontri e contrasti, anche se gli incidenti possono essere eccezionali. La realtà è che il clima di tensione e conflitto si impadronisce delle piazze, creando un’atmosfera sgradevole e ostile.Gli eventi del 25 aprile dovrebbero essere occasioni di riflessione e condivisione dei valori fondanti della Repubblica italiana. Invece, le celebrazioni diventano sempre più una questione politica controversa, in cui la retorica e le pretese degli uni si scontrano con la realtà di fatto.Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lamenta sulle proprie pagine social gli sforzi di coloro che cercano di dare al 25 aprile un carattere più inclusivo ed accogliente. È evidente che ci sono molti interessati a trasformare la celebrazione in una piattaforma per proclamazioni ideologiche e personali.La verità è che la maggior parte degli italiani non si lascia coinvolgere da questo gioco di potere e preferisce celebrare il 25 aprile in modo semplice, ma significativo. È tempo di superare le divisioni e ricordare il valore delle nostre istituzioni democratiche, senza cadere nella retorica o nelle pretese politiche.

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