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mercoledì, 14 Maggio 2025
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La galassia universitaria italiana in ribellione contro i tagli, le esternalizzazioni e la precarizzazione.

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La galassia universitaria italiana ha preso d’assedio le città, con Milano, Torino, Bologna e Firenze alle prime file. La protesta degli staff, dei ricercatori, del personale docente e ausiliario non si è limitata a un semplice sciopero: è stato un balsamo per l’anima di una comunità che sta lottando contro le tagli e i bassi salari, contro la precarizzazione e il mercificazione dell’università.A Torino, il Castello del Valentino è diventato lo sfondo per un presidio solenne e partecipato. Studenti e insegnanti si sono riuniti al Rettorato, richiedendo contratti dignitosi e la fine delle esternalizzazioni che stanno devastando l’università.A Milano, l’Università della Bicocca è stata occupata dai manifestanti. La città si è trasformata in un immenso corteo di studenti e docenti, tutti uniti nella richiesta di una università pubblica e gratuita, contro la privatizzazione e il mercato.A Bologna, l’Università ha chiuso i battenti per dare vita a un presidio senza precedenti. Studenti e insegnanti si sono riuniti davanti al Rettorato, richiedendo la fine dei tagli alla spesa pubblica, della precarizzazione e dell’esternalizzazione.Ecco cosa hanno detto alcuni di loro: “La Cgil ha bloccato il ddl Bernini sulle carriere e ora ci chiediamo una revisione completa dei meccanismi di reclutamento”. “Vogliamo la fine del sistema baronale, dei concorsi nazionali per stabilizzare le figure precarie e un contratto dignitoso per tutti”.La loro battaglia non è solo contro i tagli e le esternalizzazioni: è una lotta per creare un’università pubblica e gratuita, dove la ricerca venga svolta con integrità e per il bene comune. Ecco cosa hanno detto Flaica-Cub e Cub-Sur a Milano: “La riforma Bernini è un attacco alla precarietà di tutto l’universo del lavoro”.L’Università italiana sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. I docenti e gli studenti sono uniti nella lotta per la sopravvivenza e la dignità dell’università pubblica.

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