25 aprile 2025 – 18:53
Il sentiero della libertà si snoda lungo la storia, un percorso che celebra la resistenza umanitaria di cui sono stati capaci gli esseri umani, le loro azioni coraggiose che hanno contribuito a creare una società più giusta e inclusiva. E’ un cammino che richiama alla mente l’importanza dell’accoglienza e della solidarietà, valori fondamentali per costruire un futuro migliore.Con queste parole, Maria Rosaria La Morgia e Graziano Litigante hanno introdotto la 23^ edizione del Freedom Trail, una manifestazione che si svolge nel novantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Questo evento è stato possibile grazie alla partecipazione di oltre 300 persone che hanno intrapreso un viaggio di tre giorni attraverso i passi della libertà.Tra questi, ci sono stati numerosi studenti delle scuole locali e non solo, che hanno accompagnato il cammino con entusiasmo e curiosità. Alcuni provenivano da Casoli, Castel di Sangro, Roma e Lanciano, dimostrando che la resistenza umanitaria non ha confini geografici.Il percorso del sentiero si è iniziato nel palazzetto dello sport di via XXV aprile a Sulmona, dove i partecipanti hanno preso parte alla prima tappa. Successivamente, sono arrivati a Campo di Giove (L’Aquila), un luogo che ricorda la memoria storica della guerra e della lotta per la libertà.La marcia ha continuato il giorno successivo con l’arrivo a Taranta Peligna (Chieti) dopo una sosta al sacrario della Brigata Maiella. Questo luogo è un simbolo di resistenza, un ricordo delle azioni eroiche dei soldati che hanno combattuto per la libertà.I partecipanti sono stati quindi guidati attraverso i venti chilometri finali che li avrebbero portati a Casoli (Chieti) il 27 aprile. Questo giorno era destinato ad essere particolarmente importante, poiché coincideva con la data della liberazione dal nazifascismo. I partecipanti al cammino hanno quindi intrapreso un percorso che ricordava l’importanza di accogliere e solidarizzare con gli altri.La manifestazione ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, è sempre possibile costruire una società più giusta e inclusiva. E’ stata anche un’opportunità per riflettere sulla resistenza umanitaria e sulla sua importanza nella storia della nostra società.