13 maggio 2025 – 20:27
La madre di Santo Romano, Filomena De Mare, ha presentato un esposto per richiedere una maggiore trasparenza e verifiche sulle foto pubblicate sui social media dal minore accusato dell’omicidio del figlio. Le immagini sono state condivise sulla rete appena un mese fa e ritraggono il 17enne, condannato a 18 anni e 8 mesi di carcere in primo grado per l’eccidio, mentre si trova detenuto all’interno dell’istituto penale minorile.Secondo quanto riferito da fonti riservate, la madre avrebbe anche chiesto che venga disposta una perquisizione nella struttura di reclusione dove il minore è alloggiato. In questo modo si spera di recuperare eventuali dispositivi elettronici utilizzati dal giovane per pubblicare le foto e i messaggi sui social.Il caso del minore accusato dell’omicidio di Santo Romano sembra essere molto complesso. La sentenza di primo grado, in rito abbreviato, lo condanna a 18 anni e 8 mesi di reclusione per il grave crimine commesso contro il portiere di calcio.I social media appaiono come luogo principale dove le immagini e i messaggi del minore sono stati pubblicati. È però necessario accertare se la loro condivisione sia stata autorizzata o consentita dal personale dell’istituto penale minorile.La famiglia di Santo Romano è ancora in lutto, a causa della morte del giovane, ucciso il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli). La madre, particolarmente turbata da quanto accaduto, ha espresso profondo rammarico per la perdita del figlio e sottolineato l’importanza di mantenere alta la consapevolezza pubblica sulla necessità di tutela dei minori.Il dibattito sul caso si incentra in particolare sulla questione della libertà d’azione all’interno degli istituti penali minorili. In queste strutture, i giovani reclusi hanno spesso la possibilità di utilizzare dispositivi elettronici per comunicare con l’esterno. In alcuni casi, il loro uso è autorizzato ma in altri no. La famiglia di Santo Romano ha espresso preoccupazione che le foto e i messaggi pubblicati sui social siano stati condivisi dal minore, nonostante fosse recluso all’interno dell’istituto penale minorile.Il dibattito è particolarmente acceso in seguito alla pubblicazione di recenti immagini e messaggi del 17enne accusato dell’omicidio. Queste hanno suscitato profonda indignazione e ira nella famiglia Romano, i quali non comprendono come la libertà d’azione all’interno degli istituti penali minorili possa essere compatibile con le condizioni di reclusione.La Procura per i minorenni di Napoli e la Polizia postale stanno indagando sull’accaduto. Al fine di accertare la verità, è stato presentato un esposto al Tribunale che chiede una maggiore trasparenza all’interno degli istituti penali minorili.In questo contesto, i membri della famiglia Romano sostengono l’opinione che le condizioni di reclusione per i giovani dovrebbero essere ancora più rigide al fine di evitare che avvengano casi simili.