La pensione d’oro a rischio: come la riforma minaccia i lavoratori anziani

La riforma delle pensioni, attualmente in discussione, introduce significative modifiche alle condizioni di accesso alla vecchiaia e all’anticipazione della stessa. Dal 2027, l’aumento dell’età per andare in pensione sarà inevitabile a causa dell’accresciuta aspettativa di vita, una variabile che non può più essere trascurata. Secondo i calcoli della Cgil, questo aumento potrebbe interessare circa 44.000 persone, ovvero coloro che sono già usciti dalle aziende tramite accordi di isopensione e che attendono ancora la pensione con un reddito ridotto o addirittura nullo.Questo fenomeno, purtroppo, è conseguenza dell’accordo tra le parti sociali sulla riforma della pensione. I “scivoli” sono stati una misura necessaria per allentare l’impatto economico degli iscritti in un passato non troppo lontano e che da sempre erano stati accomunati dallo stesso sistema contributivo. Gli accordi di isopensione furono pensati come mezzo di “solidarietà” a favore dei lavoratori più anziani, ma la loro attuazione ha generato innumerevoli problemi ai lavoratori coinvolti: da un lato hanno perso reddito e si sono visti diminuire i contributi; dall’altro parte sono stati falcidiati nella “caccia” all’occupazione, per sopperire a una legge che obbliga la società a licenziare gli iscritti anziani (la “vecchiaia”) o ad anticiparne la pensione. È stata dunque creata questa nuova categoria di lavoratori privi di reddito e senza contributi, in attesa della vecchiaia.I requisiti per il pensionamento potrebbero salire di tre mesi nel 2027 in seguito all’aumento dell’aspettativa media di vita, ma la Cgil mette in luce come le conseguenze di questa riforma saranno particolarmente negative sui lavoratori anziani che sono stati già licenziati o hanno chiesto anticipazione della pensione. Sembra inevitabile che si stia profilando un esito per i lavoratori: la riduzione del reddito in attesa della vecchiaia, a causa dell’aumento dell’età e dei tempi necessari per raggiungere il requisito di “vecchiaia” o almeno “anticipazione”.

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