Il nome della rosa, opera shakespeariana in musica con il genio della contemporaneità di Francesco Filidei, ha debuttato ieri sera alla Scala di Milano in un evento che ha richiamato a teatro anche compositori e direttori d’orchestra di fama internazionale, dimostrando l’importanza e la rilevanza del nuovo lavoro. Questa prima assoluta è stata un avvenimento degno dei grandi debutti della Scala, come quello di Fin de partie di Gyorgy Kurtag nel 2018, quando Viktor Orban era presente in teatro per omaggiare il compositore ungherese.La produzione è una coproduzione con l’Opéra di Parigi e il Carlo Felice di Genova, che andrà in scena nella versione francese fra tre anni. L’avvenimento ha attirato anche il presidente della Fondazione Teatro alla Scala, Dominique Meyer, che ha ideato il progetto insieme al direttore artistico Fortunato Ortombina.La rappresentazione è stata realizzata grazie alla regia di Damiano Michieletto, che ha creato un ambiente medievale colorato e sorprendente con l’abbazia ottagonale di organza e luce in primo piano. I 21 personaggi principali sono stati interpretati da un cast di attori e cantanti tra i più famosi del mondo.L’opera si avvale della collaborazione di alcuni dei maggiori compositori contemporanei, come Fabio Vacchi, Salvatore Sciarrino, Silvia Colasanti e Luca Francesconi. La musica è stata composta da Francesco Filidei ed è una fusione di elementi diversi, come il canto gregoriano, le arie con strumenti a impegni massivi per l’orchestra, e influenze da Messiaen.La rappresentazione ha avuto inizio con un portale romanico che prende vita fino a sgretolarsi, creando un ambiente visivo spettacolare. I personaggi principali sono stati interpretati da Lucas Meachem come Guglielmo da Baskerville e Kate Lindsey come Adso da Melk.L’opera non si limita a essere una rappresentazione di un libro, ma è piuttosto una riflessione sulla natura umana e sul mistero che circonda gli eventi. La storia dei sette omicidi avvenuti in sette giorni è raccontata da Guglielmo e Adso con un linguaggio diverso rispetto al libro, rendendola più accessibile ai non addetti ai lavori.L’allestimento scenico ha visto l’opera presentare una serie di elementi visivi e uditi sorprendenti, tra cui il canto gregoriano, le arie e gli effetti sonori creati dalla musica. I personaggi hanno portato in scena la loro storia con un linguaggio unico, che ha reso l’opera accessibile a tutti.L’avvenimento ha avuto un grande successo, tanto da far durare gli applausi per oltre dieci minuti. L’importanza di questa rappresentazione è stata dimostrata dalla presenza di numerosi ospiti illustri, tra cui i compositori e i direttori d’orchestra più famosi del mondo.La produzione di “Il nome della rosa” sarà trasmessa in autunno da RAI Cultura, rendendo ancora più accessibile a tutti questo evento culturale di grande importanza.
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