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La sfida ambientale dei vigneti della Valle di Aosta: l’impatto dei glifosati sulla salute pubblica

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In questo periodo di transizione verso la primavera, le strade che attraversano i comuni della Plaine come Gressan, Jovençan, Aymavilles e altri si presentano con una varietà di scenari agricoli che sollevano interrogativi sulla reale sostenibilità dei vigneti e delle coltivazioni frutticole. La presenza di alcuni vigneti e frutteti sembra essere in contraddizione con la presentazione della produzione agricola come “naturale” e “tradizionale”, spesso riportata dai produttori locali.Si potrebbe pensare che questa realtà sia l’unico riflesso delle condizioni di vita dei contadini e delle loro scelte produttive. Tuttavia, le associazioni ambientaliste Valle Virtuosa, Legambiente e Agricoltura biologica e biodinamica segnalano che potrebbe esserci un problema ben più grave: l’utilizzo del glifosato, uno dei principali erbicidi comunemente impiegati nell’agricoltura moderna. L’OMS lo ha classificato come “probabile cancerogeno” e ciò dovrebbe indurre ad interrogarsi sulla sostenibilità degli utilizzo di sostanze chimiche nei campi.Lasciare che l’utilizzo di glifosato continui a essere impiegato senza alcuna regolamentazione può avere effetti nefasti per la salute pubblica, sia in termini di contaminazione dei raccolti e dei terreni ma anche della qualità delle falde acquifere. Non esiste ancora alcuna analisi o verifica che possa garantire un’alternativa più sostenibile.Sembra che non ci siano sufficienti verifiche per comprendere se le sostanze chimiche utilizzate dagli agricoltori possano essere dannose anche ai consumatori dei prodotti. Per questo, è necessario porre delle domande e chiedere una maggiore trasparenza alle autorità competenti.In ultima analisi, l’impegno a tutela della salute ambientale richiede un’alternativa più sostenibile che metta al primo posto la qualità della vita. Un approccio più naturale e meno dannoso può essere facilmente implementato in questi territori.D’altra parte, è un fatto consolidato che i produttori biologici hanno già iniziato a utilizzare metodi di coltivazione più sostenibili e non tossici. Per questo è importante fare dell’agricoltura naturale una priorità per le istituzioni locali, le comunità e gli operatori del settore agricolo.

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